lunedì 14 novembre 2011
gctoscana.eu/pistoia
mercoledì 28 settembre 2011
In un'Italia dove l'istruzione è diventato un serbatoio di fondi da svuotare per cause esterne(cioè il risanamento di un'economia sempre più dedita al servizio di ceti elevati,o potenze straniere, a discapito del cittadino medio,politica che ci ha condotto nella più grave crisi del capitale mai vissuta nella storia),quindi dove vuole essere eliminata alla radice una prospettiva positiva per il nostro paese,la Fed. degli Studenti riunisce gli studenti proiettati verso il progressismo,con una chiara idea del significato che ha il "viver civile" e la partecipazione attiva alla vita sociale.
Una lotta concreta al neofascismo, anche se mascherato con sigle di associazioni culturali, contrastando con forza la loro attività nelle scuole.
Come GC vediamo di buon occhio la nascita di questo soggetto anche per un fattore aggiunto, cioè che vediamo collaborare sotto quella bandiera nostri militanti assieme a militanti provenienti da organizzazioni giovanili diverse(come i Giovani Democratici, che sono promotori del soggetto),con le quali riusciamo ad avere un buon rapporto politico che può creare solo qualcosa di costruttivo,in un periodo negativamente storico per l'unità della sinistra.
La strada da percorrere non è quella della dispersione movimentista inconcludente, ma affrontare la situazione attuale attraverso una struttura organizzata che possa avere degli obbiettivi precisi, abilità nei rapporti diplomatici e politici e una voce univoca.
Il battesimo di fuoco sarà il 7 ottobre,giornata della mobilitazione nazionale studentesca,http://www.facebook.com/event.php?eid=276946458990314.
I GC sostengono la Fed. degli Studenti,collaborando con questo progetto affinché abbia buon fine.
Chiama i numeri:
- 3386659247 (Agnese)
- 3297041874 (gabriele)
oppure manda una mail a: Fds.pistoia@groups.facebook.com
sabato 20 agosto 2011
domenica 26 giugno 2011
Forza,compagno presidente Chavez!
Hugo Chavez ha rappresentato una rivoluzione,e ora rappresenta il consolidamento di essa.Da anni il Venezuela subisce un embargo targato USA,e nonostante tutto è uno stato in perenne crescita,Chavez rappresenta questa crescita,Hugo Chavez è una bandiera del successo dell'anticapitalismo,i progressi sociali ed economici del Venezuela ne sono la dimostrazione.Per questo gli USA vogliono la sua morte,chiaramente non viene provocata da una falsa dichiarazione su un quotidiano,ma è anch'esso un modo di colpire la morale,la speranza di riscatto del popolo latinoamericano,che vede in Chavez e Fidel,i nuovi Bolivar e Martì,due orizzonti di libertà,di identità sociale.
FORZA,COMPAGNO PRESIDENTE,TUTTA L'AMERICA LATINA,E CHI CREDE NEL SOCIALISMO DEL XXI SECOLO E CON TE!
giovedì 31 marzo 2011
Un incontro di energie una generazione unita. A sinistra
Ma anche in Europa non si sta a guardare: insieme alle mobilitazioni sociali che l'attraversano, i partiti di sinistra e comunisti raccolgono forti consensi nelle amministrative di questi giorni, dal 9 per cento raccolto dal Fronte di Sinistra in Francia alla Russia dove il Partito Comunista raggiunge il 30 per cento, confermandosi secondo partito nazionale, al 23 per cento raccolto in Sassonia dalla Linke, secondo partito.
I comunisti e la sinistra italiana, pur nell'enorme difficoltà della fase, hanno la possibilità di affermare e confermare le proprie scelte di campo contro la guerra, con gli studenti e con i lavoratori.
I giovani possono essere il motore di queste battaglie: dopo aver sostenuto con forza e passione le lotte in difesa della scuola pubblica e del mondo del lavoro, l'immediata reazione dei Giovani Comunisti all'annuncio dell'attacco militare dell'Occidente in Libia ci parla ancora una volta di un'organizzazione vitale composta da giovani pronti a sacrificarsi e a buttarsi a capofitto nella militanza politica e nella lotta.
In tutta Italia, dalle metropoli al più piccolo circolo, dalla Sicilia, terra militarizzata e base di partenza dei raid, a Torino i giovani della Federazione della Sinistra si mobilitano pieni di rabbia contro l'ennesima guerra. Senza se e senza ma rivendichiamo le nostre posizioni con estrema coerenza. Quei giovani attivi contro la guerra, sollecitati e mobilitati nella gran parte dei casi dai Giovani Comunisti, sono un corpo unico, composto da migliaia di compagne e compagni.
Ovviamente non è una novità, ma è una rassicurante certezza. Una naturale coincidenza di intenti e una consapevole voglia di sentirsi parte della stessa famiglia. E rispetto a questo non si può rimanere a guardare.
L'errore drammatico sarebbe se, pur consapevoli di ciò, non si portasse a compimento il progetto di dar vita ad un soggetto aggregante generazionale di sinistra, dentro il quale i Giovani Comunisti e la Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani non hanno più alibi per rimanere divisi. Un progetto avviato da qualche anno e che continua a muoversi troppo a rilento.
Già in molti territori sono nati coordinamenti unitarie tra le due forze che di fatto operano quotidianamente insieme lavorando negli stessi luoghi e incontrandosi nelle stesse stanze. Un incontro di energie che ha ridato forza a molti territori in difficoltà. Una richiesta reale che viene dal basso. Ma che, ben inteso, non deve fermarsi alle due giovanili comuniste. Un folto arcipelago di associazioni, movimenti e singoli devono essere pienamente inseriti in tale percorso, arricchendo ancora di più il processo.
Come spesso accade, i gruppi dirigenti (una parte dei gruppi dirigenti) rischiano di rimanere troppo indietro rispetto allo stato reale delle organizzazioni. Come spesso accade, i territori stanno indicando la linea.
La costruzione della Federazione ci ha dimostrato che non dobbiamo avere paura di compiere le scelte unitarie che i compagni ci chiedono a viva voce. E' necessario uno slancio decisionale che ci permetta, in tempi brevi, di focalizzare tutte le nostre energie sulla politica, eliminando i tentennamenti tattici che i compagni hanno già superato nei territori in nome delle battaglie, della storia e di un'idea di futuro comuni.
Superiamo le diffidenze. Con tutta la nostra forza e tutta la nostra passione.
sabato 26 marzo 2011
La prima settimana di guerra in Libia è costata all'Italia almeno 12 milioni di euro
I primi sette giorni di guerra in Libia sono costati all'Italia almeno 12 milioni di euro, ovvero più di 1,7 milioni al giorno. La Gran Bretagna ne ha spesi almeno 20 e gli Stati Uniti oltre 400 (Washington ha speso 130 milioni di euro solo per i centosettanta missili Tomahawk lanciati finora: ognuno di essi costa 750 mila euro).
La parte più costosa della missione militare italiana in Libia è quella aerea: le 32 sortite dei nostri Tornado sono costate in tutto quasi 10 milioni di euro (ogni missione costa circa 300 mila euro, se non si sganciano i missili anti-radar Harm da 200 mila euro l'uno).
La missione navale italiana è costata nella prima settimana, di solo carburante, oltre due milioni di euro. Ogni giorno, infatti, la portaerei 'Garibaldi', il cacciatorpediniere Andra Doria, la fregata 'Euro', il pattugliatore 'Comandante Borsini' e la rifornitrice 'Etna' consumano circa300 mila euro di gasolio al giorno.