martedì 28 dicembre 2010

(Appello FdS) Iniziativa unitaria della sinistra e sciopero generale

Cari compagni e compagne, l’accordo separato firmato con la Fiat su Mirafiori rappresenta una svolta di enorme gravità nella storia del paese e non può essere considerato una questione sindacale. Non rappresenta solo la demolizione dei diritti sanciti da leggi e Contratto Nazionale. Non prevede solamente un netto peggioramento delle condizioni di lavoro in fabbrica. Il dictat di Mirafiori disegna un ruolo per i sindacati e i lavoratori che è in radicale contrapposizione al quadro di regole stabilite dalla Costituzione repubblicana. L’unica sovranità riconosciuta è quella dell’azienda, da cui tutto promana, compresa la possibilità dei lavoratori di vedere riconosciuta una propria rappresentanza sindacale. Si tratta di una logica opposta all’impianto costituzionale che tutela i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, che garantisce la libertà di associazione sindacale e che – in generale - basa la democrazia su un bilanciamento tra i poteri.

E’ del tutto evidente che l’offensiva di Marchionne e quella di Berlusconi non sono che le due facce della stessa medaglia. E’ del tutto evidente che questa offensiva congiunta punta allo scardinamento costituzionale e ad un vero e proprio cambio di regime. E’ la Repubblica nata dalla resistenza e fondata sul lavoro che è messa in discussione da queste iniziative. Non si tratta di una questione sindacale ma politica.

Per questo ritengo necessario appellarmi a voi per costruire una risposta unitaria immediata. Per questo vi propongo di condividere e costruire unitariamente iniziative di informazione e mobilitazione, per questo vi propongo di fare unitariamente un appello alla CGIL affinché venga proclamato al più presto lo sciopero generale. Non si può scaricare sulle spalle dei lavoratori della Fiat il peso di un attacco che è generale e non si può stare a guardare di fronte ad una offensiva eversiva che ha un unico precedente nel nostro paese: l’avvento del fascismo.

Paolo Ferrero
Segretario Rifondazione Comunista

Fonte:Il Manifesto 28/12/2010

domenica 12 dicembre 2010

Sul corteo pistoiese del 10 dicembre: l'unità è preziosa, va difesa dalle provocazioni


Questa mattina (venerdì 10 dicembre) i Giovani Comunisti di Pistoia si sono mobilitati a fianco degli studenti scesi in piazza per manifestare il loro dissenso nei confronti delle politiche messe in atto dalle destre al Governo, che colpiscono la scuola pubblica, aprono le porte alla privatizzazione dell’Università e condannano intere generazioni ad un futuro di precarietà, senza sapere e senza lavoro.

Anche oggi, come ormai sanno tutti gli studenti che ci hanno imparato a conoscere nelle manifestazioni degli ultimi mesi, abbiamo messo la nostra organizzazione a disposizione degli studenti, come già accaduto in occasione delle giornate di autogestione e mobilitazione della scorsa settimana, contribuendo a garantire una buona partecipazione dall’intera provincia e ricordando che “vogliamo sapere, sicurezza e futuro”, com’era scritto sul nostro striscione.

Abbiamo sempre scelto di dare un decisivo contributo alla crescita e alla tenuta del movimento studentesco senza voler mettere in evidenza le nostre bandiere e la nostra appartenenza partitica, senza mettere alcun “cappello” alle iniziative degli studenti, senza voler strumentalizzare, come pure qualcuno ha fatto, il movimento per portare acqua al mulino della nostra organizzazione.

Abbiamo fatto questa scelta perché ciò che ci interessa, quando siamo in piazza e nei cortei, non è sponsorizzare i Giovani Comunisti, ma far sì che prendano forza i contenuti che questo movimento studentesco è stato capace di portare all’attenzione della città. “Scuola…non donna di provincia ma bordello”, “Finanziamenti pubblici alla scuola pubblica”, “No alla militarizzazione, sì alla scuola pubblica”, “Gelmini in miniera, Tremonti in fonderia, è questa la nostra democrazia”, “Anche l’operaio vuole il figlio dottore”,“Caro Babbo Natale, quest’anno vorrei andare all’Università anche se non sono figlio di papà!”. Questi erano gli striscioni portati dagli studenti dei diversi istituti. Queste sono le parole d’ordine e le proposte politiche che centinaia di studenti pistoiesi in lotta da settimane stanno portando avanti e che noi condividiamo.

Per questo ci impegniamo a sostenere ancora il movimento studentesco e a lavorare affinché possa crescere e raggiungere gli obiettivi prefissati. Per questo, come Giovani Comunisti di Pistoia, partiremo martedì mattina (14 dicembre) alla volta di Roma, con i pullman organizzati dalla nostra organizzazione (prenotazioni 338 2167511 o gcpistoia@live.it , costo a/r 15€), per portare nella Capitale, il giorno dell’atteso voto di sfiducia al Governo delle destre e di Berlusconi, la lotta emersa dalla piazza di questa mattina e del 30 novembre scorso, per chiedere il ritiro del ddl Gelmini sull’Università, lo stop alla privatizzazione del sapere, maggiori investimenti nella scuola pubblica e nella ricerca, il ritiro delle truppe in Afghanistan per investire i fondi pubblici non nella guerra ma nel mondo della formazione.

Per questo, al termine di un’intensa giornata di mobilitazione, sentiamo la necessità di condividere alcune riflessioni con tutti i ragazzi e le ragazze con cui negli ultimi mesi abbiamo costruito un movimento studentesco anche nella nostra città. Nel corso della manifestazione di stamani sono apparsi anche due striscioni con su scritto “Giovinezza al potere” e “Belli, liberi e ribelli”. Basterebbe, per preoccuparsi di questa presenza, ricordare che questi slogan sono caratteristici, da anni, della destra italiana neofascista. E dovrebbe essere superfluo ricordare che i fascisti non possono certo avere il diritto di scendere in piazza a manifestare, consapevoli che l’antifascismo non è un valore esclusivo della sinistra o dei comunisti, ma la pietra fondante su cui si basa la vita democratica del nostro Paese; perché antifascisti sono tutti gli italiani, tutti coloro che vivono in questo Paese orgogliosi della loro Costituzione e della libertà conquistata. Perché i fascisti sono coloro che non tollerano l’esistenza della Costituzione e di una “Repubblica democratica fondata sul lavoro”. E perché, come spiegava Karl Popper, filosofo liberale ben lontana dalla sinistra e dal comunismo, “se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti, e la tolleranza con essi. Per questo noi dovremmo proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti”.

Ancor di più ci preme sottolineare come la presenza di certi elementi (e, per chiarezza, ci riferiamo ad un piccolo gruppo e certo non a tutti coloro che hanno sfilato, anche inconsapevolmente, dietro quegli striscioni) rappresenti un pericolo per il movimento studentesco stesso. “Giovinezza al potere” sono parole roboanti, affascinanti, ma assolutamente prive di contenuto; sono l’anticamera della trasformazione di un movimento consapevole in un movimento guidato da qualche capetto populista, pronto a scagliarsi contro tutto e tutti, per chiedere che tutto cambi affinché non cambi nulla. “Giovinezza al potere” è un primo passo verso la distruzione di un movimento che è stato capace di intessere rapporti con gli altri soggetti colpiti dalla distruzione della scuola pubblica (i docenti, i lavoratori del mondo della formazione, gli operai delle aziende costrette a chiudere perché incapaci di rinnovarsi senza il supporto della ricerca…). “Dividi et impera” è l’arma preferita dei padroni e di chi vuole distruggere la scuola pubblica, l’unità costruita sui contenuti e su un’altra idea di società, al contrario, è l’unica arma che rimane nelle mani degli studenti e di chi è colpito dalla crisi.

La presenza di certi soggetti al corteo di oggi, d’altronde, fin dalla partenza di Piazza Mazzini non ha rappresentato altro che un elemento di provocazione, tensione e divisione fra gli stessi studenti, come testimoniato dalle ripetute scaramucce verbali. Un copione che conosciamo bene; lo stesso copione, se pur con conseguenze ben più gravi, che i nostri compagni romani hanno vissuto a Piazza Navona il 29 ottobre 2008, quando i fascisti di Blocco Studentesco (la giovanile di Casapound che, non a caso, ha poi stretto ovunque accordi elettorali per sostenere le liste del PdL, principale promotore delle riforme Gelmini che hanno distrutto la scuola) conclusero una mattinata di provocazioni con una carica scatenata da un gruppo di trentenni ai danni degli studenti medi di 16-17 anni in piazza per contestare l’approvazione dei primi tagli alla scuola, contenuti nel ddl 133. E ci preoccupa, nella realtà pistoiese, che questi striscioni incriminati siano stati preparati sotto l’egida di Azione Giovani – Giovane Italia, movimento dei giovani del PdL capace di scendere in piazza contro la Riforma e di rivendicare una presunta indipendenza dal “sistema” nello stesso tempo in cui quell’organizzazione lavora quotidianamente per la riuscita dei progetti della destra e del Popolo delle Libertà in particolare, partito maggiormente responsabile dell’approvazione del ddl Gelmini.

L’unità è un bene prezioso, fondamentale per la tenuta e la vittoria di questo movimento. Per questo ci appelliamo a tutti gli studenti con cui abbiamo condiviso le lotte di queste settimane affinché si impegnino anch’essi a preservarla, tenendo a debita distanza coloro che vorrebbero solo dividere, provocare e facilitare il compito di chi sta distruggendo le nostre scuole e il nostro futuro.

“Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia”

(E. Berlinguer)

Giovani Comunisti Pistoia

giovedì 9 dicembre 2010

Italia di quali Valori?

Ve lo ricordate De Gregorio nella precedente legislatura, passato in poche settimane dal centro sinistra al centro destra? Era dell'Idv. Li conoscete Porfidia, Scilipoti e Razzi? Sono altri parlamentari dell'Idv al centro del "mercato delle vacche" messo in piedi da Berlusconi a Montecitorio. In queste ore Scilipoti sembra aver fatto un passo indietro, mentre Razzi ha appena annunciato la sua adesione a "Noi Sud", il neonato partito che appoggia il Governo Berlusconi. Personaggi che hanno preso i voti degli italiani in nome dell'antiberlusconismo. Così come Calearo, eletto nel Pd, è passato a sostenere Berlusconi. Ma la colpa è di Berlusconi o di quei partiti che candidano questi voltagabbana pronti a vendersi per un piatto di lenticchie? Dove è finita la questione morale a sinistra?

Governo: Ferrero (PRC), mercato vergognoso, elezioni subito

(ANSA) - TORINO, 9 DIC - «Il governo deve andare a casa, servono elezioni subito. E dobbiamo costruire un fronte democratico per sconfiggere Berlusconi con le forze d'opposizione». Lo ha detto Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Fds, questa mattina davanti alla Porta 2 di Mirafiori. «Già solo questo mercato che non si può definire con altri termini - ha osservato - dice che il Parlamento va sciolto. È uno spettacolo vergognoso. In più dopo due anni di governo sono peggiorati occupazione, redditi, i giovani non hanno futuro, sono peggiorate l'Università e la scuola». Berlusconi bis? «È uscito anche il film Zombi 2», ha risposto Ferrero

fonte: http://www.gctoscana.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=244:voti-italia-dei-valori-voti-berlusconi&catid=14:politica-interna&Itemid=11

Non è una novità per personaggi che "militano" nel partito di Di Pietro fare la figura degli esempi di malapolitica e dell'assenza totale di valori morali.Caso emblematico è nella nostra città,dove il posto in consiglio provinciale del defunto compagno Moreno Bettini,vuole essere accaparrato da Andrea Betti(che prese i voti come candidato PRC e passato in seguito all'IDV,quando si accorse che la falce e martello è il simbolo del lavoro e non delle poltrone).

sabato 4 dicembre 2010

Studenti sulle strisce, la protesta si intensifica

PISTOIA. Studenti di nuovo sulle strade. Stamani, oltre trecento ragazzi degli istituti superiori pistoiesi, hanno trasferito “strisce selvagge” in viale Adua, la strada più trafficata della città. Trecento studenti hanno ripetutamente attraversato i numerosi passaggi pedonali creando caos e lunghe file di auto.

A niente sono servizi gli interventi della Polizia: quando gli agenti facevano allontanare i ragazzi per consentire il passaggio delle auto, loro si spostavano sul passaggio pedonale successivo. Si è andati avanti così per oltre due ore, con i poliziotti che inseguivano gli studenti per impedire loro che l’attraversamento intralciasse il traffico.

Partita persa: i ragazzi hanno di fatto bloccato la lunga arteria. Intanto, la mobilitazione prosegue. Stamani assemblea al Circolo dei ferrovieri degli studenti dell’istituto Pacini per decidere come partecipare a questa protesta contro la Riforma Gelmini ma anche per la difficile situazione dell’edilizia scolastica.
Fonte: "Il Tirreno" 3/12/2010

I Giovani Comunisti sostengono fisicamente i fermenti studenteschi che (finalmente) nelle ultime settimane stanno mobilitando gli istituti superiori pistoiesi.
Rispettiamo la scelta,del collettivo studentesco e degli studenti indipendenti da sigle,di non volerdare colore politico alle mobilitazioni(restando in parte critici rispetto all'utilità politica di questa scelta),perciò parteciperemo ad ogni iniziativa senza vessilli,chiedendo naturalmente che anche altre organizzazioni politiche presenti facciano lo stesso (come fatto fin ora).

venerdì 3 dicembre 2010

14 dicembre: di nuovo in piazza

Il countdown è iniziato. Il 14 dicembre, il giorno della (s)fiducia, si avvicina. Per quel giorno il Parlamento, trasformato lo scorso 30 novembre in bunker dalle truppe del ministro Roberto Maroni per difendere il governo dagli studenti, sarà nuovamente cinto di assedio. A organizzare la giornata di protesta sarà una costellazione di conflitti che si sono ritrovati sotto lo slogan "Uniti contro la crisi". Ieri, presso la sede della Federazione nazionale della stampa italiana, questa costellazione, composta dalla Fiom, dalla "Cgil che vogliamo", dai centri sociali del nord-est, romani e napoletani, dagli studenti universitari (Uniriot e Rete della Conoscenza), dai migranti della gru di Brescia, dal collettivo aquilano 3e32, dal presidio No Dal Molin, dal presidio permanente di Chiaiano, dai comitati di Marano, Giugliano, Taverna del Re, Terzigno, ha presentato le motivazioni della mobilitazione. «Saremo in piazza non per chiedere la sfiducia a Berlusconi» ha spiegato Gianni Rinaldini in apertura di conferenza, «ma per evitare che il dissenso al governo Berlusconi si concluda in una vertenza parlamentare». Il 14 dicembre, quindi, sarà la giornata dell'Altra Italia, quella parte del paese che non si appiattisce sulla discussione politica.«Dentro Uniti contro la Crisi» spiega Luca Casarini dei Centri sociali del Nordest «ci sono persone con percorsi molto diversi: è questa la vera novità. Non saremo in piazza il 14 per dar voce a un "ibrido" fatto dagli studenti più i migranti più gli operai della Fiom più… ma per dar vita a un'altra idea di comunità che si batta contro la desertificazione sociale in corso nel paese».

Perché "Uniti contro la Crisi", percorso nato "verso il 16 ottobre" e consolidatosi prima in piazza con la Fiom, quindi il 17 ottobre in una mega-assemblea a La Sapienza, «è uno spazio comune da praticare» spiega Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom «e nel quale saranno fianco a fianco gli studenti con le Rappresentanze sindacali unitarie di Fincantieri di Ancona o della Fiat di Pomigliano (ieri presenti alla conferenza stampa, ndr) per urlare non solo la nostra sfiducia al governo, una sfiducia diversa da quella "di palazzo", ma verso l'intera classe dirigente, verso questo modello di sviluppo, verso il progetto di società che stanno perseguendo Marchionne e Confindustria». In poche parole, alla "newco Italia" stile Marchionne alla quale stanno lavorando "i padroni", Uniti contro la crisi opporrà una "newco di movimento", un modello di società «dove si potrà costruire una forma di autogoverno sociale scaturente dall'incontro di tutti i movimenti». In questo scenario, gli studenti e il mondo della formazione e della conoscenza avranno un ruolo di primo piano: la notizia dello slittamento della discussione del ddl Gelmini in Senato a dopo il 14 dicembre «è il primo risultato, intermedio, di una mobilitazione forte e determinata» hanno spiegato Roberto Iovino della Rete della Conoscenza e Francesco Raparelli di Uniriot. «Ora si tratta di conquistare, e non di chiedere, dal basso la sfiducia a questo governo, ma non solo». Perché nell'occhio della protesta non ci sarà soltanto il Governo Berlusconi «ma anche la "soluzione" al Governo Berlusconi» ha avvertito Andrea "Tarzan" Alzetta, consigliere comunale di Roma in Action: «noi non dimentichiamo che a chiedere la sfiducia dell'attuale maggioranza saranno personaggi come Gianfranco Fini, colui che ha partorito la legge più razzista d'Europa in tema di immigrazione, colui che ha votato a favore, pochi giorni fa, del ddl Gelmini. E non ci fidiamo di chi, come Casini, ha votato a favore del Collegato Lavoro. Questa è gente senza credibilità. Gente alla quale, noi, urleremo la nostra sfiducia. Non assisteremo, inermi, alla creazione di un "Fronte popolare" che tenterà, in ogni modo, di far pagare ai cittadini, per l'ennesima volta, questa crisi». A rincarare la dose, da Napoli, i comitati territoriali in lotta «contro i miracoli berlusconiani» avvertono: «saremo in piazza il 14 dicembre portando con noi sacchi di immondizia» ha spiegato Antonio Musella del presidio permanente di Chiaiano «per difendere la nostra terra e per veder concretizzata nella sfiducia a questa classe dirigente la lotte sociali di questi anni». Senza dimenticare, ovviamente, come «chi voterà la sfiducia a Berlusconi è comunque stato artefice o complice della distruzione del nostro territorio». Contro Berlusconi, quindi, ma al tempo stesso "oltre" Berlusconi. Il 14 dicembre davanti al Parlamento «ci sarà la più grande manifestazione autorganizzata della storia italiana» ha concluso Giorgio Cremaschi «per non lasciare che il futuro del paese venga imprigionato dai tatticismi politici».

fonte "Liberazione"

martedì 16 novembre 2010

La scuola pubblica cade a pezzi (letteralmente...)!

“Cadiamo a pezzi”. Lo avevamo voluto scrivere su quei volantini che gli studenti e le studentesse della nostra organizzazione (impegnati a verificare nei loro istituti il rispetto di basilari norme sulla sicurezza) da alcune settimane stanno diffondendo in molte scuole superiori della provincia.

E i pezzi, alla fine, sono caduti davvero; come ha riportato oggi anche la cronaca locale un pezzo di soffitto ha ceduto al Liceo Classico “Forteguerri”. Accogliamo positivamente il tempestivo intervento della provincia, che ha assicurato l’avvio immediato dei lavori di messa in sicurezza del soffitto.

Ma una domanda sorge spontanea. Cosa sarebbe successo se il soffitto avesse ceduto con dei nostri compagni in aula a fare lezione? Il nostro pensiero torna indietro di due anni, al 22 novembre 2008, quando Vito Scafidi, studente di 17 anni, perse la vita nel crollo del controsoffitto della propria aula.

Non basta intervenire dopo i crolli. E’ indispensabile la prevenzione, e un investimento rilevante per garantire la sicurezza.

Noi, studenti e docenti, personale ATA e genitori, mondo della scuola pubblica, stiamo cadendo a pezzi perché mese dopo mese sono tagliati i fondi che dovrebbero garantire la sicurezza e la qualità delle nostre scuole, che dovrebbero garantire il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione. Tutto questo mentre, è notizia di pochi giorni fa, si trovano centinaia di milioni di euro per finanziare con i soldi dei cittadini le scuole private riservate a pochi.

Per queste ragioni, come Giovani Comunisti di Pistoia, domani (17 novembre) saremo in piazza a Firenze in occasione della manifestazione regionale per il diritto allo studio e ci impegniamo a promuovere, già nel corso della prossima settimana, un’assemblea pubblica, per la cui organizzazione cercheremo di coinvolgere tutto il mondo studentesco e sindacale, al fine di presentare i dati sulla sicurezza nelle scuole pistoiesi raccolti dalla nostra organizzazione e mettere in luce come il Governo Berlusconi, con l’operato dei ministri Gelmini e Tremonti, stia smantellando il diritto allo studio, con l’attacco alla qualità dell’offerta formativa (che da tempo chiediamo sia rinnovata e migliorata), ai diritti degli studenti e dei docenti, alla sicurezza degli edifici dove milioni di persone trascorrono ogni giorno la maggior parte della loro giornata.

Giovani Comunisti Pistoia

Firma l'appello per la verità su Falluja (uso di armi chimiche)

Non ci potrà mai essere una vera pace in Iraq senza che sia fatta verità sui costi umani causati dalla guerra che ha insanguinato, e continua ad insanguinare il paese, e finché non sarà resa giustizia alle vittime innocenti. I documenti pubblicati da Wikileaks ci restituiscono uno scenario inquietante, già noto a chi opera da anni in Iraq. Le prime vittime della guerra sono stati, spesso in modo deliberato, migliaia di civili innocenti. Un caso emblematico è rappresentato dalle gravissime ferite, ancora aperte, causate alla popolazione civile dalla spietata operazione militare compiuta dalle truppe statunitensi nella città di Falluja nel 2003. Allora, e nel periodo che va dal 4 aprile al 5 maggio 2004, la popolazione civile fu sottoposta ad una campagna di bombardamenti indiscriminati che preparò il campo per una seconda offensiva condotta nel settembre 2004. Da allora, e fino a novembre dello stesso anno, migliaia di civili persero la vita e altrettanti furono feriti, o resi invalidi. Altri scomparvero nel nulla.


Appelli alla pace e al cessate il fuoco vennero inviati all’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan con deboli riscontri, nonostante la gravità dei crimini di Guerra che le truppe statunitensi stavano compiendo a Falluja in chiara ed evidente violazione delle convenzioni di Ginevra e del diritto internazionale umanitario. Inoltre, fino ad oggi nessuna iniziativa è stata intrapresa dal governo iracheno o dalla giustizia irachena per indagare ed eventualmente processare i responsabili delle violazioni commesse a Falluja ( causa il divieto imposto alla magistratura irachena di indagare qualunque cittadino statunitense, militare o civile). Per questo torniamo a chiedire con forza un'indagine internazionale.
Inoltre negli ultimi mesi è stato denunciato l’aumento delle patologie oncologiche nell’area di Falluja, le malformazioni dei neonati, e le molte patologie connesse all’uso di armi chimiche da istituti di ricerca, media inglesi e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Riteniamo che a distanza di anni, sia giunto il momento per le Nazioni Unite di impegnarsi al fine di restituire giustizia alle vittime innocenti di quel massacro e a coloro che ne vivono ancora direttamente le conseguenze.
Per questo facciamo appello all’Onu, affinché venga istituita una commissione indipendente che sotto l’egida del Consiglio ONU sui Diritti Umani e in conformità con le procedure speciali possa far luce sulla natura, la gravità e le responsabilità dirette ed indirette per i crimini commessi nella città di Falluja. E che possa poi definire le modalità per risarcire adeguatamente la popolazione civile che da allora soffre le conseguenze di quei crimini. L’Onu dovrebbe impegnarsi anche a nominare un nuovo Relatore Speciale sui diritti umani in Iraq.
Fare verità e restituire giustizia alle vittime di Falluja è un atto dovuto, per riaffermare la centralità del diritto internazionale e dei diritti umani, vittime anche essi di una Guerra scatenata con il pretesto della lotta al terrorismo e che da allora non ha diminuito le sofferenze della popolazione irachena.

per firmare l'appello clicca qui: http://www.unponteper.it/sostienici/petizione1.php

mercoledì 20 ottobre 2010

16 ottobre: con la Fiom, con l'Italia che non si piega!

Siamo partiti in tantissimi, con la Fiom, con Rifondazione e la Federazione della Sinistra, con i pullman organizzati autonomamente come Giovani Comunisti, per raggiungere sabato scorso la manifestazione indetta per rivendicare "democrazia, lavoro e diritti".
Ci siamo trovati davanti una piazza che possiamo definire storica.
Non contano i numeri (che il sindacato non ha voluto dare, lasciando ad altri guerre di cifre che negli ultimi anni hanno finito con l'instaurare un meccanismo per cui ad ogni corteo si doveva sparare un numero, sballato, più alto), conta che Piazza San Giovanni era stracolma di gente fin dalle prime ore del pomeriggio, mentre parte del corteo principale, dove eravamo presenti come GC e come FdS, doveva ancora lasciare un'affollatissima Piazza della Repubblica, zona del concentramento.


Conta la qualità che è emersa da questa manifestazione, capace di mettere al centro della mobilitazione un progetto politico chiaro, delineato nel discorso finale del segretario Fiom Maurizio Landini, che mette insieme la centralità del lavoro, la scuola pubblica, l'investimento su ricerca e innovazione, la lotta al precariato, la difesa dei beni comuni, l'esigenza di superare il sistema di produzione, sociale ed economico vigente per costruire un'alternativa.
Un progetto politico che non può che sovrapporsi a quello dei GC e della Federazione della Sinistra, unico soggetto potenzialmente in grado di raccogliere ampi consensi che pone al centro del suo essere il superamento del capitalismo e la costruzione di una società più giusta e più democratica, che abbiamo identificato con il laboratorio del Socialismo del XXI secolo.

Conta l'appello, accolto dal boato delle centinaia di migliaia in piazza, a costruire lo sciopero generale.
Chiediamo lo sciopero generale non come fine della lotta, come gli ultimi che hanno visto protagonista la Cgil, indetti senza avere una radicalità di lotta rilevante, ma come mezzo per portare a casa delle vittorie politiche rilevanti.
Vogliamo uno sciopero generale capillarmente costruito nelle settimane sui territorio, capace di bloccare il Paese e di mettere in piazza una mobilitazione di massa, radicale, determinata e pacifica.
Uno sciopero generale che non può che partire dalla Fiom, che ha già dimostrato di essere in grado di unire intorno a sé altri settori del sindacato (molte e diverse erano le bandiere Cgil in piazza) e altri movimenti politici importanti e presenti nel Paese.

Oggi possiamo rivendicare, nonostante i tentativi di oscuramento da parte dei media (con in testa, è bene chiarirlo, la "democratica e libera" "Repubblica"), di essere stati gli unici, come Giovani Comunisti e come Rifondazione Comunista, a costruire con la Fiom la mobilitazione su scala nazionale, come dimostrato dalle decine di migliaia di nostre bandiere comuniste presenti e da uno spezzone unitario Gc-Fgci capace di mettere insieme oltre 4mila compagni e compagne di tutta Italia.
Come Giovani Comunisti della Toscana, dopo l'entusiasmante giornata dell'8 ottobre, anche questa volta siamo stati presenti con il nostro striscione e i nostri slogan, felici di contribuire alla riuscita della presenza dei GC alla manifestazione.

Come abbiamo già detto, non è che l'inizio.
Vogliamo arrivare lontano..."non un passo indietro!"

GUARDA LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE: clicca qui per visualizzare l'album fotografico

link all'articolo su Giovani Comunisti Toscana

sabato 2 ottobre 2010

8 ottobre: per la SCUOLA PUBBLICA tutti in piazza!

8.15 concentramento STAZIONE DI PISTOIA

per raggiungere il corteo regionale a Firenze!

Ritorno previsto per le 13.00!

FACCIAMOCI SENTIRE!



  • STOP AI TAGLI DELLA CONTRORIFORMA GELMINI
  • GARANZIE SULLA SICUREZZA DELLE NOSTRE SCUOLE
  • DIRITTO ALLO STUDIO GARANTITO PER TUTTI
  • STOP AI FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE PRIVATE
  • PARTECIPAZIONE E INNOVAZIONE PER UNA SCUOLA DI QUALITA'
  • L'INTELLIGENZA E LA RICERCA SONO I MEZZI PER USCIRE DALLA CRISI
  • NO AD UN FUTURO LAVORATIVO DA PRECARI O DISOCCUPATI

Quando il socialismo è al potere tutto è possibile…

Chi potrebbe mai pensare che un partito che ottiene il 60% dei voti sia un partito sconfitto? Eppure, nel commentare lo straordinario successo chavista nelle elezioni legislative venezuelane, la verità dei principali quotidiani italiani è questa. Logico che per sostenere un affermazione così ridicola si debbano tirare fuori dati incontrovertibili: ed ecco allora tutti a scrivere che l’obiettivo dei 2/3 dei seggi non è stato confermato, e che un “agguerrita” opposizione si preparerebbe a “dar battaglia”. In effetti, se la percentuale dei seggi socialisti è diminuita, come mai allora il Comandante Chavez può parlare di: “vittoria contundente”?

Ciò che i commentatori ignorano -o fingono di ignorare- è che nel 2005 l’ opposizione non si presentò alle elezioni, preferendo sottostare alle strategie (per loro rovinose NdR) che arrivavano dritte dritte da Washington. Le elezioni, boicottate all’ ultimo istante, furono praticamente un plebiscito chavista, e il golpe militare caldeggiato dai neo-con statunitensi non riuscì mai a concretizzarsi. Questo è sicuramente il primo dei motivi che ci spingono a ritenere il voto di ieri un successo: nella scorsa tornata elettorale l’assenza di soggetti in competizione con il Governo inficiava i reali rapporti di forza nel paese. Ora, con il ritorno sulle scene elettorali dell’ opposizione, i rapporti di forza tornano alla luce. E l’elemento positivo risiede proprio nel fatto che tornino alla luce ancora favorevoli ad una società di tipo socialista.

Per non parlare poi dell’ aspetto più evidente e significativo della vittoria: perchè si è trattato sì di una vittoria di Chavez, ma soprattutto di una vittoria del PSUV. Cioè del nuovo partito che ieri ha ottenuto 98 seggi su 165, mentre nelle elezioni del 2005 non era stato nemmeno lontanamente concepito nella mente del suo lider. Proprio noi, in Italia, dovremmo renderci conto della difficoltà di gestione e coesione dei partiti che ambiscono a rappresentare una maggioranza della società. Dopo la lenta agonia del Pd, recentemente abbiamo visto disgregarsi anche il Pdl. In Venezuela invece si è verificato il contrario: Chavez e i suoi sostenitori la loro battaglia l’hanno vinta, trasformando un nugolo di movimenti in un partito saldo, coeso, organizzato. Puntando sulle nuove tecnologie, incentivando a scendere in trincea contro gli oligarchi anche sul Web, con i nuovi strumenti tecnologici, su Facebook, su Twitter. Certo, non tralasciando mai la presenza nei barrio, i quartieri popolari, nelle strade, nelle unità produttive: perchè i dirigenti popolari e i quadri del PSUV sanno per chi stanno lavorando. Sanno chi li ha sostenuti e ha salvato le loro vite ai tempi del golpe del 2002, chi ha pagato anche col sangue la continuità dell’ ordine democratico. Ed ecco allora ogni muro sbreccato fiorire di murales, di slogan, di citazioni rivoluzionarie, con grafiche magnifiche unite ad una notevole immediatezza comunicativa.

Ma passiamo adesso all’ analisi dell’ opposizione, come l’abbiamo chiamata fino ad ora, in ossequio alla terminologia della stampa italiana. Anche se sarebbe più giusto chiamarle opposizioni. Già, perchè in realtà, ad opporsi a Chavez, ci sono una masnada infinita di movimenti e partitini: dai reazionari alle pseudo “sinistre”, passando per i conservatori di AD e COPEI, protagonisti assoluti di un cinquantennio di politica venezuelana. Soggetti politici assai litigiosi e difficili da gestire anche stando a sentire i loro finanziatori statunitensi, spesso indignati per la loro incapacità di fare fronte comune al chavismo. Ed in effetti l’unico comune denominatore che sembra unirli pare questo: i fondi più o meno legali che affluiscono dal governo USA nelle loro casse sotto forma di “aiuti al processo democratico”. Se si pensa che nel PSUV vige un rigido centralismo democratico, compensato da meccanismi di massiccia partecipazione della base, è difficile credere che un fronte così eterogeneo e privo di coordinamento possa impensierire la Revolucion Bolivariana. A meno che questo coordinamento non venga realizzato ed eterodiretto dal governo degli Stati Uniti, che da undici anni a questa parte è l’unica vera opposizione attiva e credibile che si sia vista in Venezuela.

Perchè in Venezuela non è certo tutto rose e fiori. Se ai problemi interni, come l’emancipazione dell’ economia dal petrolio, o l’ inflazione galoppante ci pensa il Governo, per la difesa del Socialismo dagli attacchi esterni dobbiamo mobilitarci tutti. Perchè i segnali che giungono dal Sudamerica non sono sicuramente buoni: incursioni di gruppi paramilitari alle frontiere venezuelane, violazioni dello spazio aereo, militanti del PSUV misteriosamente assassinati. Tutto questo nel quadro generale di un colpo di stato impunito in Honduras, di sette nuove basi statunitensi nello stato vassallo di Colombia, trame per assassinare Evo Morales, e un nuovo vigore nelle diffamazioni a mezzo stampa dei lider rivoluzionari. A tutte queste manovre destabilizzatrici, a tutti coloro che tramano nell’ ombra, oggi è stata data una risposta forte e univoca.

E questa risposta è stata data alla luce del sole, con un sistema di votazione trasparente che ha saputo guadagnarsi l’apprezzamento persino del Washington Post. Una risposta che parla di ridimensionamento delle diseguaglianze sociali, di istruzione e sanità pubbliche per tutti, di un vero antimperialismo e di un autentica sovranità nazionale. Una risposta che vede sventolare ancora alta la bandiera del socialismo del siglo XXI. E in Italia cosa stiamo aspettando?

CARLO LINGERA
GC Torino

28 Settembre 2010


un documentario da vedere (le altre parti su YouTube)

11/13 aprile 2002: quando il popolo venezuelano liberò Chavez e spazzò via il golpe orchestrato da oligarchie del paese, televisioni private e Stati Uniti.



domenica 26 settembre 2010

venerdì 10 settembre 2010

16 ottobre, TUTTI a ROMA: DEMOCRAZIA, LAVORO, DIRITTI!

I Giovani Comunisti di Pistoia organizzano pullman per raggiungere la manifestazione nazionale del 16 ottobre indetta dalla FIOM a Roma.

Prezzo indicativo andata e ritorno tra i 15 e i 20€ a persona.

per prenotarvi un posto:
- compilate il modulo qui sotto (inserite tutti i dati e cliccate su submit)
- lasciate un messaggio in bacheca sull'evento Facebook (la nostra pagina è Giovani Comunisti Pistoia)
- inviare una mail a gcpistoia@live.it
- telefonare (o inviare un sms se non risponde nessuno, verrete ricontattati) al numero 3929058868




Il documento ufficiale di adesione dei Giovani Comunisti a livello nazionale.


Care compagne e cari compagni,
la Fiom in questi giorni ha deciso di convocare una grande manifestazione a Roma per il prossimo 16 ottobre. Una grande manifestazione per i diritti, il lavoro, la democrazia, la riconquista del contratto collettivo nazionale di lavoro e contro il padronato. Quello stesso che, in queste settimane, sta rispondendo con i licenziamenti politici e con le intimidazioni (nonché con la sottrazione in alcune grandi fabbriche, a partire dagli stabilimenti Fiat, dei premi di produzione), alle encomiabili prove di forza che i lavoratori hanno saputo produrre, a partire dalla altissima percentuale di “no” al referendum ricatto di Pomigliano.
Questo è il punto: esiste in Italia un fortissimo vento reazionario che soffia contro i lavoratori, ma esistono anche pezzi di società, pezzi significativi di classe operaia che non si piegano, che reagiscono, che tengono alta la testa, e che ci indicano con dignità la strada da seguire.
La nostra organizzazione è dentro il movimento di classe contro il padronato. È, da sempre, a fianco dei lavoratori in lotta. E oggi accoglie la proposta della Fiom e la rilancia, per portare in piazza a Roma centinaia di migliaia di persone. Lavoratori, ma anche migranti, studenti, precari, pensionati, intellettuali. Ciascuno di noi deve dare il suo contributo, che mai come oggi è fondamentale.
Dobbiamo assumere la mobilitazione lanciata dalla Fiom come perno della nostra iniziativa politica. Il 16 ottobre porteremo in piazza le nostre parole d’ordine ed i nostri contenuti, all’interno di una campagna d’autunno che, come Giovani Comuniste/i, vogliamo fare vivere in tutte le città d’Italia e in tutte le realtà locali.
Per questo propongo a tutti i coordinamenti provinciali di lavorare sin d’ora per organizzare pullman e treni speciali per Roma e, in ogni caso, di assicurare la massima partecipazione e mobilitazione possibile di tutte le compagne e di tutti i compagni.

Saluti comunisti,
SIMONE OGGIONNI
portavoce nazionale Giovani Comunisti


"L'Italia vuole essere libera e lo sarà...ma sono i suoi figli migliori, gli operai etc.....i contadini....gli intellettuali....i giovani, desiderosi di aprire alle loro generazioni tutte le vie del futuro, le donne nostre patriottiche, intelligenti...che devono tutti essere pronti a scendere in campo e debbono essere pronti a battersi con in animo solo per la libertà e la liberazione del paese.. nel nome della libertà, dell'Italia, al lavoro e alla lotta affinché la vittoria sia nostra il più presto possibile"

Palmiro Togliatti

Al via il percorso unitario del nuovo soggetto giovanile della sinistra

Dispositivo approvato dall’attivo unitario (Giovani Comunisti, Fgci e altri) del campeggio “Alternativa Rebelde 2010″ Le compagne e i compagni che hanno partecipato al campeggio “Alternativa Rebelde 2010″ valutano positivamente il dibattito che si è sviluppato in questa settimana, che ha registrato notevoli e significative convergenze tra i soggetti promotori, pressoché in tutti i dibattiti e i workshop tematici.

In particolare consideriamo positivi i due documenti politici votati dalle organizzazioni giovanili che definiscono percorsi analoghi e convergenti. Riteniamo infatti inderogabile avviare un percorso che porti entro la fine dell’anno alla costruzione di un momento costitutivo nazionale. L’urgenza di un’aggregazione politica comunista e della sinistra che, con una prospettiva di autonomia dalle forze moderate, fronteggi gli attacchi violentissimi contro la nostra generazione è sotto gli occhi di tutti e motiva il nostro impegno unitario.

Ci impegniamo affinché questo percorso sia realmente aperto e partecipato, viva a partire dai teritori e non sia ridotto alla somatoria dell’esistente. Un percorso che alluda alla necessità di unire i comunisti, le diverse esperienze della sinistra d’alternativa e le diverse soggettività critiche e anticapitaliste a partire dalle lotte degli studenti e dei lavoratori e dal conflitto sociale.

Lavoriamo affinché le due organizzazioni giovanili trovino da subito, sui territori e a livello nazionale, momenti di coordinamento tra loro e con i nuovi soggetti che si diranno disponibilli, anche allo scopo di elaborare nome, logo, progetto e priorità di intervento del nuovo soggetto politico generazionale.


mercoledì 11 agosto 2010

Ciao UGO! Che la terra ti sia lieve, compagno...

"C'è un giorno in cui anche la quercia più grande piega la chioma al vento della fine e il condottiero più forte perde la sua battaglia... a me, che avrei voluto essere grande e forte come te, rimarrà sempre il ricordo di un maestro comunista e l'onore di avere camminato per un tratto al tuo fianco, lungo il sentiero di... un mondo migliore... arrivederci, Segretario!" (Diego La Sala, Giovani Comunisti Pistoia)

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Il Compagno Ugo Bazzani segretario della Federazione di Pistoia del PRC non c’è più. Un tumore ce lo ha portato via.

Ugo era un uomo, un compagno ed un amico di quelli che, senza retorica, lasciano un vuoto profondo. Non era una persona facile. Ruvido come la sua terra di origine, la zona di Livorno, polemico come quella di adozione, Firenze, ma schietto, e leale come la disciplina sportiva che lo ha formato fino a diventare parte integrante della sua vita, il Rugby.

Ecco, Ugo era fatto così, era abituato a caricarsi sulle spalle fardelli a volte insopportabili per chiunque altro, carichi familiari o politici insostenibili e marciare avanti con decisione e dignità.

Sul piano politico ha guidato la Federazione di Pistoia in un momento difficilissimo, caratterizzato da una situazione interna ed esterna estremamente delicate, ed è riuscito comunque non solo a tenere in vita il partito, ma a far emergere una generazione di giovani quadri che oggi sono probabilmente l’eredità politica più importante e preziosa che ci ha lasciato.

Sul piano familiare non posso che abbracciare i suoi figli, sua moglie e tutti quelli che gli volevano bene, perché sarà davvero difficile, per non dire impossibile, colmare il vuoto che ha lasciato. E’ un punto di riferimento vero che ora non c’è più.

Sul piano personale Ugo mi mancherà moltissimo. Solo la settimana scorsa lo avevo sognato, lui era in piedi e ci eravamo stretti in un abbraccio pieno di affetto. Ho sentito il bisogno di chiamarlo e ci siamo parlati telefonicamente Lunedì scorso. La voce era più flebile dell’ultima volta, ma lo spirito era lo stesso. Voleva avere i dettagli della situazione, mi comunicava le sue valutazioni, ci siamo salutati… per l’ultima volta.

Per anni abbiamo discusso, parlato, ci siamo confidati. Abbiamo condiviso scelte (moltissime), non ne abbiamo condivise altre (poche), ma da vero rugbista con Ugo, anche dopo i confronti più aspri, c’era sempre il terzo tempo, quello nel quale si usciva a mangiare insieme una pizza e bere una birra. Tutto questo mi mancherà. Ciao caro Ugo.

Stefano Cristiano, segretario regionale PRC


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Apprendiamo che il nostro caro compagno Ugo BAZZANI, Segretario della Federazione pistoiese del PRC, è deceduto dopo una lunga malattia.
Ugo l’ho conosciuto pochi anni dopo la nascita del PRC, in una occasione emblematica: “salvare” il Partito (…allora del suo Circolo territoriale nel quale militava!…) da chi, dal proprio interno, ne minava credibilità e non solo! Allora ero “responsabile regionale dell’organizzazione” e in quella veste m’impegnai a sostenerlo, non senza ostacoli e incomprensioni.

Vinse quella “prima” non semplice battaglia. Ne seguirono molte altre … e Ugo fu sempre con il Partito anche quando ciò significava avere contro, quanto meno, la “maggioranza” del gruppo dirigente !

Un uomo onesto, semplice ma non banale, impegnato nel lavoro come per la famiglia, duro senza, mai, essere, scadere nella rozzezza ! In sintesi un comunista !

Alla famiglia, agli amici, ai compagni che lo hanno conosciuto e perciò stimato, il cordoglio di tutti i compagni che insieme a lui hanno condiviso questi difficili e spesso ingenerosi, anni di militanza politica a fianco dei lavoratori, degli sfruttati !

Alessandro Leoni a nome, in particolare, dei compagni toscani e non di “Essere Comunisti/PRC”

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Ugo è stato per noi tutti, giovani comunisti che hanno avuto il privilegio di conoscerlo, un punto di riferimento vero, con la sua umanità, la sua intelligenza, il suo spirito di abnegazione. Doti rare che oggi ci fanno sentire un vuoto incredibile. Lo avremmo voluto incontrare in questi giorni, per chiedergli consigli, orientarci nelle nostre difficoltà. Non abbiamo fatto in tempo.
Caro Ugo, la terra ti sarà lieve.

Simone Oggionni, coordinatore nazionale Giovani Comunisti

lunedì 5 luglio 2010

Segnali di resistenza (sciopero generale Toscana, 2 luglio)

2/07/2010

Nella mattinata di oggi si è svolto il corteo organizzato in occasione della sciopero generale indetto dalla CGIL, cui avevamo aderito con convinzione, assieme alla Federazione della Sinistra.

Nonostante la presenza di più di 100 compagni e compagne GC contiamo di migliorare per ottenere maggiore partecipazione anche maggiore (viste le numerose richieste studieremo soluzioni per il viaggio dei compagni che si devono spostare per diversi chilometri). Con soddisfazione vi segnaliamo il link delle gallerie dove troverete le foto della manifestazione, ricordando che sul sito potete ritrovare il testo dell'adesione e altro materiale (come il volantino distribuito). Tutto il materiale viene caricato anche sulla pagina di Facebook.

La Federazione della Sinistra è riuscita a vendere in piazza anche duecento copie di Liberazione: un segnale che ci incoraggia nell'idea di una campagna a sostegno del quotidiano di Partito, che lanceremo dal mese di settembre.

Con la convinzione che sia solo un punto di partenza, per noi come per tutti i lavoratori e le lavoratrici in lotta

a pugno chiuso
Giovani Comuniste-i Toscana























































































venerdì 11 giugno 2010

la scuola, la crisi economica, Pistoia, i Giovani Comunisti: che fare?

domenica 20 giugno 2010, a partire dalle 17.30, Via XX settembre 7, sede provinciale GC - PRC

invitiamo tutti coloro che si sono interessati o hanno partecipato alle iniziative promosse negli ultimi mesi dai Giovani Comunisti a partecipare all'assemblea che si terrà presso la sede in Via XX Settembre 7 (vicino la stazione, andando verso la barriera).
potremo discutere della situazione generale della crisi economica e dei provvedimenti del Governo contro la scuola pubblica e contro il nostro futuro e, quindi, di quali campagne lanciare nei prossimi mesi, e in particolare in autunno, sul territorio di Pistoia!

interverranno anche il coordinatore nazionale dei Giovani Comunisti Simone Oggionni (membro della delegazione dei Gc che ha partecipato alle mobilitazioni del popolo greco delle scorse settimane) e il coordinatore regionale dei Gc Dmitrij Palagi.

a seguire pizzata improvvisata!...(saranno a disposizione le copie gratuite de "Il Solletico", il nuovo giornale dei GC Pistoia!)


Gc Pistoia

domenica 6 giugno 2010

Iscriviti ai Giovani Comunisti!

"Non rammaricarti di ciò che non hai potuto, ma di quello che avresti potuto e non hai voluto"

...la scuola pubblica sotto attacco, la crisi delle banche e dei padroni, il precariato, un futuro (il nostro futuro) sempre più incerto...

perché iscriversi ai GIOVANI COMUNISTI?

DIFENDIAMO LA SCUOLA PUBBLICA
I Giovani Comunisti, con migliaia di iscritti, sono la realtà nazionale più attiva a livello studentesco nella difesa della scuola pubblica. Ci battiamo per far vivere, nella collaborazione con i collettivi e le realtà sindacali dei lavoratori della scuola, una comune mobilitazione che costruisca un'alternativa ai tagli e alla barbara privatizzazione dei ministri Gelmini e Tremonti e del Governo Berlusconi.

LOTTIAMO CONTRO IL PRECARIATO
I Giovani Comunisti chiedono la cancellazione della Legge 30 che, introducendo terribili forme di lavoro precario, ha condannato ad un futuro incerto milioni di giovani. Lottiamo per il nostro futuro, chiedendo che anziché fare regali alle banche e ai mafiosi si decida di affrontare il problema della disoccupazione giovanile al 30%, schierandoci, quindi, dalla parte del lavoro e anche della difesa dei beni comuni come l'ambiente e l'acqua.

PER UNA SOCIETA' DIVERSA
I Giovani Comunisti vogliono essere gli eredi delle grandi lotte studentesche e dei lavoratori e al tempo stesso far proprio il Socialismo del XXI° secolo che ispira i grandi cambiamenti del Venezuela di Chavez, di Cuba e di tanti altri paesi del Sudamerica. Come risposta ad un fallimentare sistema capitalista vogliamo concretamente costruire insieme una società ed un futuro migliore e socialista, dove i valori della giustizia sociale, dell'uguaglianza, della libertà e della pace siano al centro della nostra azione.

come iscriversi ai GIOVANI COMUNISTI?

scrivici al nostro indirizzo mail, gcpistoia@live.it oppure compila il modulo qui sotto (clicca su "submit" quando hai inserito tutti i dati).



Abbiam la giovinezza in cor,
Simbolo di vittoria
Marciamo sempre forte
E siamo pieni di gloria

La stella rossa in fronte
La libertà portiamo
Ai popoli oppressi
La libertà noi porterem

Noi lottiam per l'Italia
Per il popolo ideale
Per il popolo italiano
Noi sempre lotterem

La Brigata Garibaldi, inno partigiano



giovedì 3 giugno 2010

PISTOIA 4 giugno, contro i crimini di israele, per la libertà di Gaza e della Palestina!

PRESIDIO IN PIAZZA DEL DUOMO A PISTOIA, a partire dalle h 17.30, venerdì 4 giugno!



Contro i crimini di israele per la libertà di gaza e della palestina!

All'alba del 31 maggio scorso 700 attivisti internazionali che trasportavano al popolo di Gaza 10mila tonnellate di aiuti, sono stati attaccati in acque internazionali, con un atto di pirateria, dall'esercito di Israele. Sono rimasti uccisi almeno 10 attivisti, mentre i testimoni tornati in Italia parlano di cadaveri buttati in mare dagli israeliani e di decine di feriti in condizioni gravisime.
Tutto questo mentre il Governo di Tel Aviv tenta di censurare queste informazioni e di scaricare le responsabilità dell'accaduto sugli attivisti colpevoli di aver cercato di rompere il criminale embargo contro la Striscia di Gaza. Intanto all'ONU l'Italia è stata l'unica nazione, insieme agli Stati Uniti, ad opporsi alla realizzazione di un'inchiesta internazionale sull'operato dell'esercito israeliano.

4 GIUGNO, GIORNATA DI MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE!
A PISTOIA, h 17.30, PIAZZA DEL DUOMO, lato prefettura.

PORTATE BANDIERE DELLA PALESTINA E KEFIAH!

STOP ALL'EMBARGO A GAZA!
PALESTINA LIBERA!
SANZIONI CONTRO ISRAELE!
FRATTINI DIMETTITI!


martedì 25 maggio 2010

3 giugno, MANIFESTAZIONE REGIONALE per la SCUOLA PUBBLICA e l'UNIVERSITA'



RITROVO ALLE h 14.45 di fronte alla STAZIONE di PISTOIA!

Il Tavolo Regionale per la difesa della Scuola Statale (cui aderiscono numerosi movimenti studenteschi, sindacati, comitati di genitori e docenti, soggetti politici...) ha indetto per il prossimo 3 giugno una manifestazione regionale di fronte alla sede della Prefettura di Firenze (vicinissimo alla stazione di Santa Maria Novella).
Un'occasione per riaffermare anche da Pistoia, dopo la riuscita assemblea del 13 maggio, che il mondo della scuola è pronto alla lotta, che gli studenti, i docenti, il personale ATA, i genitori e la cittadinanza nel suo complesso sono pronti a ricostruire una lotta indispensabile per la difesa del sapere e del futuro del Paese.
Perché si scrive scuola ma si legge democrazia, e da qui può ripartire un'esperienza di movimento che, a differenza dell'Onda di due anni fa, costruisca concretamente quell'alternativa alle politiche classiste del Governo di cui tutto il mondo della scuola e il futuro del nostro Paese hanno bisogno.

il testo integrale dell'appello del Tavolo Regionale per la difesa della Scuola Statale lo trovate qui: http://scuolamagazine.it/2010/05/scuola-toscana/


GC PISTOIA

venerdì 14 maggio 2010

13 maggio, assemblea pubblica sulla scuola - report della giornata


Ieri, 13 maggio, si è tenuta presso il circolo Arci Garibaldi di Pistoia, un'assemblea sulla scuola pubblica promossa da Giovani Comunisti, Collettivo Studentesco Pistoiese, Cobas Scuola, Flc Cgil, Giovani Democratici. Nel corso della giornata, di fronte alla platea di studenti, docenti, personale ATA e genitori presenti, sono intervenuti esponenti dei soggetti promotori e gli ex assessori all'Istruzione e alle Politiche Sociali del Comune di Pistoia, Rosanna Moroni e Rosalia Billero.
Durante l'assemblea è stata elaborata un'attenta analisi della situazione attuale delle scuole pistoiesi e dell'avanzamento su scala nazionale delle riforme Gelmini e Tremonti. Nell'esprimere grande preoccupazione per le conseguenze di tali politiche per il futuro della società italiana e di milioni di studenti le realtà presenti hanno concordato sulla necessità di ricollegare le lotte dei diversi soggetti che animano il mondo della scuola per ricostruire, a partire dal prossimo autunno, un reale movimento di massa.
In particolare è stata sottolineata l'esigenza di riportare al centro dell'agenda politica del Paese le vicende legate alla scuola e all'università, anche in virtù dell'attuazione della riforma Gelmini (133) di cui milioni di studenti e docenti percepiscono già le tragiche conseguenze e degli ennesimi tagli approvati a gennaio e camuffati come riordino dei licei e degli indirizzi.
Con la consapevolezza di non poter riproporre i meccanismi di lotta del 2008, che portarono alla nascita ma anche alla rapida morte dell'Onda, si è concordato sulla necessità di riportare al centro della discussione l'elaborazione di un progetto qualitativamente alternativo alla scuola pubblica attuale e alla distruzione pianificata dal Governo Berlusconi per favorire il "modello Formigoni" che in Lombardia concede fondi pubblici agli Istituti privati con tasse di iscrizione di 8/9mila euro al mese e lascia le briciole alla scuola dei figli dell'operaio, dell'impiegato, del precario, del disoccupato.
A breve si terrà un'ulteriore riunione con rappresentanze dei soggetti presenti ieri per pianificare le prossime azioni in vista delle ultime settimane dell'anno scolastico (innanzitutto la mobilitazione regionale del 3 giugno) e del prossimo autunno.

Di seguito l'intervento all'assemblea dei Giovani Comunisti.

"Siamo tutti a conoscenza, purtroppo per esperienza diretta, di quale sia l'attuale condizione della scuola pubblica italiana, che nell'ultimo anno ha dovuto fare i conti con i primi tagli della riforma Gelmini, che nei prossimi due anni saranno ancora più rilevanti, creando situazioni di degrado dal punto di vista della sicurezza e della qualità dell'offerta formativa.
E' evidente, d'altronde, che il Governo Berlusconi sia intenzionato a far pagare la crisi economica, frutto di un sistema capitalista malato, al mondo della scuola e del lavoro; dietro ai tagli della 133 e al riordino delle scuole superiori approvato lo scorso gennaio non c'è, però, solo la logica del risparmio ma anche un lucido progetto che intende far ritornare indietro il Paese di una quarantina d'anni, quando la scuola si presentava come un sistema di selezione di classe.
Da qui l'incremento dei fondi stanziati a favore delle scuole private, dove cresceranno le future classi dirigenti secondo un sistema clientelare e quasi ereditario, mentre il "figlio dell'operaio", che ormai è anche figlio dell'impiegato, del precario, del disoccupato, sarà indirizzato verso una scuola pubblica svuotata di tutto il suo patrimonio e utile solo a formare solo i futuri lavoratori precari privi di competenze e pronti a svolgere qualsiasi tipologia di lavoro sia richiesto in quel momento dal padrone di turno.
Un lucido progetto, una vera e propria lotta di classe dall'alto contro i ceti medio bassi, che si lega ai tanti provvedimenti (a partire dalla legge 30) che privano i nuovi giovani lavoratori di qualsiasi diritto e alle riforme che eliminano dalla scuola pubblica quella concezione di sapere come valore finalizzato alla formazione dell'autonomia intellettuale del cittadino e, al tempo stesso, di un lavoratore preparato nel campo in cui vuole specializzarsi.

Per ricostruire un fronte di lotta contro questi provvedimenti e che si erga a difesa della scuola pubblica e del futuro del Paese, non si può non ripartire dalla convizione che sia indispensabile la massima unità fra studenti, ATA, corpo docente e genitori. Per questo, come Giovani Comunisti, ci auguriamo che questa assemblea sia solo un primo passo verso la creazione di una struttura (che potrebbe assumere le forme di un coordinamento) capace di ricollegare le diverse lotte del mondo della scuola, e soprattutto, ci auguriamo che questo avvenga in tempi brevi così da essere davvero pronti ad affrontare le sfide del prossimo autunno.
Mai come oggi la scuola pubblica di massa conquistata con le lotte degli anni '60 e '70 è sotto attacco; come insegna la Grecia mai come oggi, soprattutto in virtù della crisi economica del sistema capitalista, i Governi sono determinati nel far piazza pulita di tutte le rivendicazioni studentesche e dei lavoratori.
Diciamolo più chiaramente: essere davvero pronti ad affrontare le sfide del prossimo autunno vuol dire acquisire la consapevolezza del fatto che qualora le circostanze lo richiedessero (come lo richiederebbero oggi) il mondo della scuola dovrebbe essere pronto ad aprire il prossimo anno scolastico con l'occupazione di tutti gli Istituti. E dire mondo della scuola non è casuale, ma vuole intendere che scelte di lotta anche radicali possono e devono essere condivise non solo dagli studenti ma anche dai docenti: di fronte alla carica a testa bassa del Governo contro la nostra scuola e i nostri diritti, appropriarsi degli spazi fisici in cui costruire, insieme, un'alternativa è una possibilità di lotta estrema ma al tempo stesso irrinunciabile.
E a chi obietterà che questo ci porterebbero fuori dalla legalità, potremo rispondere che questo Governo si muove al di fuori dei principi e dei valori che sono alla base della nostra Costituzione e quindi della stessa Repubblica Italiana.

Vorremmo poi cogliere questa occasione per rilanciare l'appuntamento del prossimo 3 giugno, giornata per la quale il Tavolo Regionale per la difesa della Scuola Statale ha indetto una manifestazione pubblica a Firenze (alle 17.30 di fronte alla Prefettura), e, quindi, auspicare che già nei prossim igiorni i soggetti promotori dell'assemblea possano riunirsi nuovamente per garantire un'ampia partecipazione anche da Pistoia e delineare modi e tempi con cui costruire un eventuale coordinamento pistoiese a difesa della scuola pubblica.
In merito al carattere regionale della lotta, vorremmo avanzare, infine, una brevissima riflessione anche su quella che è stata l'esperienza dell'Onda. Nel 2008 il patrimonio di quell'eccezionale movimento, capace di mobilitare le masse studentesche come non accadeva da decenni, fu dilapidato per la mancanza di un progetto cui ambire a lungo termine; per la mancanza, oltre la lotta contro i tagli della Gelmini, di un'alternativa da costruire e da proporre.
Non da oggi, d'altronde, sosteniamo che la scuola pubblica vada difesa dagli attacchi classisti della destra ma che non ci si possa esimere dall'affrontare la centralità di una riforma del sistema non più rimandabile a fronte di una realtà in cui, spesso, i programmi didattici, l'offerta formativa e nel complesso una struttura sempre più verticistica non sono all'altezza della scuola che vogliamo.
Una scuola dove all'apprendimento delle nozioni si affianchi l'elaborazione comune del sapere, dato che ben più efficace dell'insegnamento cattedratico può essere la formazione che coinvolge studenti e docenti nel processo di costruzione delle conoscenze.

Per queste ragioni proponiamo che parallelamente alla lotta contro i provvedimenti nazionali del Governo si possa cominciare a ragionare su quali obiettivi porsi, a livello locale, per un concreto e tangibile miglioramente della scuola pubblica pistoiese.
Pensiamo ad esempio, ad un'iniziativa provinciale per creare commissioni di tecnici che coinvolgendo in prima persona gli studenti verifichino l'effettiva idoneità (a livello di sicurezza e di avanguardia tecnologica) dei vari Istituti, o ad assemblee d'Istituto convocate unitariamente da studenti e docenti per discutere l'offerta formativa e raccogliere proposte su come migliorarne il livello qualitativo o, ancora, a fare pressioni sugli enti amministrativi affinché chiedano ai diversi Istituti di garantire, nelle ore pomeridiane, spazi all'interno delle diverse scuole agli studenti interessati ad organizzare iniziative autogestite (gruppi di studio, dibattiti, mercatini del libro usato, cineforum, attività ludiche, tornei sportivi, iniziative culturali...)...

Se sapremo fare tutto questo, se sapremo essere uniti e innovativi, rivoluzionari, siamo convinti che la nostra lotta, a partire dalla realtà pistoiese, potrà essere decisiva e di avanguardia, non solo nella protesta ma anche nella proposta".

lunedì 10 maggio 2010

PRIMO MAGGIO: grande spezzone per il lavoro, la scuola, l'acqua pubblica!

Ringraziamo tutte le decine di compagni e compagne che hanno dato vita ad un bellissimo spezzone dei Giovani Comunisti e della Federazione della Sinistra al corteo dello scorso primo maggio indetto da Cgil, Cisl e Uil in occasione della festa dei lavoratori.
Come non si vedeva da anni i comunisti sono tornati protagonisti della piazza per ribadire l'importanza di difendere il lavoro, la scuola pubblica e i beni comuni.
Di seguito il volantino distribuito durante la manifestazione e alcune foto e video.