

Perché "Uniti contro la Crisi", percorso nato "verso il 16 ottobre" e consolidatosi prima in piazza con la Fiom, quindi il 17 ottobre in una mega-assemblea a La Sapienza, «è uno spazio comune da praticare» spiega Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom «e nel quale saranno fianco a fianco gli studenti con le Rappresentanze sindacali unitarie di Fincantieri di Ancona o della Fiat di Pomigliano (ieri presenti alla conferenza stampa, ndr) per urlare non solo la nostra sfiducia al governo, una sfiducia diversa da quella "di palazzo", ma verso l'intera classe dirigente, verso questo modello di sviluppo, verso il progetto di società che stanno perseguendo Marchionne e Confindustria». In poche parole, alla "newco Italia" stile Marchionne alla quale stanno lavorando "i padroni", Uniti contro la crisi opporrà una "newco di movimento", un modello di società «dove si potrà costruire una forma di autogoverno sociale scaturente dall'incontro di tutti i movimenti». In questo scenario, gli studenti e il mondo della formazione e della conoscenza avranno un ruolo di primo piano: la notizia dello slittamento della discussione del ddl Gelmini in Senato a dopo il 14 dicembre «è il primo risultato, intermedio, di una mobilitazione forte e determinata» hanno spiegato Roberto Iovino della Rete della Conoscenza e Francesco Raparelli di Uniriot. «Ora si tratta di conquistare, e non di chiedere, dal basso la sfiducia a questo governo, ma non solo». Perché nell'occhio della protesta non ci sarà soltanto il Governo Berlusconi «ma anche la "soluzione" al Governo Berlusconi» ha avvertito Andrea "Tarzan" Alzetta, consigliere comunale di Roma in Action: «noi non dimentichiamo che a chiedere la sfiducia dell'attuale maggioranza saranno personaggi come Gianfranco Fini, colui che ha partorito la legge più razzista d'Europa in tema di immigrazione, colui che ha votato a favore, pochi giorni fa, del ddl Gelmini. E non ci fidiamo di chi, come Casini, ha votato a favore del Collegato Lavoro. Questa è gente senza credibilità. Gente alla quale, noi, urleremo la nostra sfiducia. Non assisteremo, inermi, alla creazione di un "Fronte popolare" che tenterà, in ogni modo, di far pagare ai cittadini, per l'ennesima volta, questa crisi». A rincarare la dose, da Napoli, i comitati territoriali in lotta «contro i miracoli berlusconiani» avvertono: «saremo in piazza il 14 dicembre portando con noi sacchi di immondizia» ha spiegato Antonio Musella del presidio permanente di Chiaiano «per difendere la nostra terra e per veder concretizzata nella sfiducia a questa classe dirigente la lotte sociali di questi anni». Senza dimenticare, ovviamente, come «chi voterà la sfiducia a Berlusconi è comunque stato artefice o complice della distruzione del nostro territorio». Contro Berlusconi, quindi, ma al tempo stesso "oltre" Berlusconi. Il 14 dicembre davanti al Parlamento «ci sarà la più grande manifestazione autorganizzata della storia italiana» ha concluso Giorgio Cremaschi «per non lasciare che il futuro del paese venga imprigionato dai tatticismi politici».
fonte "Liberazione"
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