lunedì 14 novembre 2011

gctoscana.eu/pistoia

Questo blog non verrà più aggiornato, da questo momento il punto di riferimento web dei Giovani Comunisti di Pistoia (circolo "Terza Internazionale", "Alberto Giannini" e non solo...) sarà il nostro nuovo sito, cioè http://www.gctoscana.eu/pistoia/ . Nonostante questa cosa appaia banale, la chiusura di questo blog segna la fine di un ciclo e l'inizio di uno da cui ci aspettiamo solo gioie. Questo blog è stato il punto di partenza sul web per ripartire a Pistoia con una organizzazione giovanile diventata quasi inesistente, fino a diventare oggi uno dei maggiori punti di riferimento delle lotte studentesche pistoiesi e di essere l'organizzazione politica giovanile pistoiese che vanta del maggior prestigio politico.
Avanti allora con i Giovani Comunisti, ma con un sito web che ci contraddistingue in maniera migliore.

Saluti dal coordinamento provinciale dei Giovani Comunisti di Pistoia.

mercoledì 28 settembre 2011




Il 20/09/2011 nasce anche a Pistoia la Federazione Degli Studenti, una organizzazione studentesca che rappresenta una novità per la difesa dei diritti degli studenti pistoiesi, perché essa è una organizzazione con le idee chiare che non vuole stringersi con l'apoliticità, ma fare politica per un governo della società più umano, in particolare una scuola pubblica statale veramente a servizio del cittadino.
In un'Italia dove l'istruzione è diventato un serbatoio di fondi da svuotare per cause esterne(cioè il risanamento di un'economia sempre più dedita al servizio di ceti elevati,o potenze straniere, a discapito del cittadino medio,politica che ci ha condotto nella più grave crisi del capitale mai vissuta nella storia),quindi dove vuole essere eliminata alla radice una prospettiva positiva per il nostro paese,la Fed. degli Studenti riunisce gli studenti proiettati verso il progressismo,con una chiara idea del significato che ha il "viver civile" e la partecipazione attiva alla vita sociale.
Una lotta concreta al neofascismo, anche se mascherato con sigle di associazioni culturali, contrastando con forza la loro attività nelle scuole.
Come GC vediamo di buon occhio la nascita di questo soggetto anche per un fattore aggiunto, cioè che vediamo collaborare sotto quella bandiera nostri militanti assieme a militanti provenienti da organizzazioni giovanili diverse(come i Giovani Democratici, che sono promotori del soggetto),con le quali riusciamo ad avere un buon rapporto politico che può creare solo qualcosa di costruttivo,in un periodo negativamente storico per l'unità della sinistra.

La strada da percorrere non è quella della dispersione movimentista inconcludente, ma affrontare la situazione attuale attraverso una struttura organizzata che possa avere degli obbiettivi precisi, abilità nei rapporti diplomatici e politici e una voce univoca.
Il battesimo di fuoco sarà il 7 ottobre,giornata della mobilitazione nazionale studentesca,http://www.facebook.com/event.php?eid=276946458990314.

I GC sostengono la Fed. degli Studenti,collaborando con questo progetto affinché abbia buon fine.


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vuoi aderire alla Federazione degli Studenti?

Chiama i numeri:

  • 3386659247 (Agnese)
  • 3297041874 (gabriele)


oppure manda una mail a: Fds.pistoia@groups.facebook.com

domenica 26 giugno 2011

Forza,compagno presidente Chavez!

Il compagno presidente Hugo Chavez è ricoverato a L'Avana,in gravi condizioni di salute.Difficile dire quale sia il suo male,a causa dei depistaggi condotti in merito da parte della CIA,che ha fatto diffondere la voce(tramite un quotidiano di Miami) che il presidente del Venezuela sarebbe stato colpito da un tumore alla prostata,ciò ovviamente è falso. Secondo le fonti ufficiali,il presidente Chavez sarebbe stato operato ad un asceso pubico.
Hugo Chavez ha rappresentato una rivoluzione,e ora rappresenta il consolidamento di essa.Da anni il Venezuela subisce un embargo targato USA,e nonostante tutto è uno stato in perenne crescita,Chavez rappresenta questa crescita,Hugo Chavez è una bandiera del successo dell'anticapitalismo,i progressi sociali ed economici del Venezuela ne sono la dimostrazione.Per questo gli USA vogliono la sua morte,chiaramente non viene provocata da una falsa dichiarazione su un quotidiano,ma è anch'esso un modo di colpire la morale,la speranza di riscatto del popolo latinoamericano,che vede in Chavez e Fidel,i nuovi Bolivar e Martì,due orizzonti di libertà,di identità sociale.
FORZA,COMPAGNO PRESIDENTE,TUTTA L'AMERICA LATINA,E CHI CREDE NEL SOCIALISMO DEL XXI SECOLO E CON TE!

giovedì 31 marzo 2011

Un incontro di energie una generazione unita. A sinistra

L'aria che tira è aria di guerra, e si aggiunge all'aria già viziata nel nostro Paese dall'attacco ai lavoratori, financo dalla riproposizione scellerata del nucleare. Contemporaneamente, venti di rivolta attraversano il nord Africa.
Ma anche in Europa non si sta a guardare: insieme alle mobilitazioni sociali che l'attraversano, i partiti di sinistra e comunisti raccolgono forti consensi nelle amministrative di questi giorni, dal 9 per cento raccolto dal Fronte di Sinistra in Francia alla Russia dove il Partito Comunista raggiunge il 30 per cento, confermandosi secondo partito nazionale, al 23 per cento raccolto in Sassonia dalla Linke, secondo partito.
I comunisti e la sinistra italiana, pur nell'enorme difficoltà della fase, hanno la possibilità di affermare e confermare le proprie scelte di campo contro la guerra, con gli studenti e con i lavoratori.
I giovani possono essere il motore di queste battaglie: dopo aver sostenuto con forza e passione le lotte in difesa della scuola pubblica e del mondo del lavoro, l'immediata reazione dei Giovani Comunisti all'annuncio dell'attacco militare dell'Occidente in Libia ci parla ancora una volta di un'organizzazione vitale composta da giovani pronti a sacrificarsi e a buttarsi a capofitto nella militanza politica e nella lotta.
In tutta Italia, dalle metropoli al più piccolo circolo, dalla Sicilia, terra militarizzata e base di partenza dei raid, a Torino i giovani della Federazione della Sinistra si mobilitano pieni di rabbia contro l'ennesima guerra. Senza se e senza ma rivendichiamo le nostre posizioni con estrema coerenza. Quei giovani attivi contro la guerra, sollecitati e mobilitati nella gran parte dei casi dai Giovani Comunisti, sono un corpo unico, composto da migliaia di compagne e compagni.
Ovviamente non è una novità, ma è una rassicurante certezza. Una naturale coincidenza di intenti e una consapevole voglia di sentirsi parte della stessa famiglia. E rispetto a questo non si può rimanere a guardare.
L'errore drammatico sarebbe se, pur consapevoli di ciò, non si portasse a compimento il progetto di dar vita ad un soggetto aggregante generazionale di sinistra, dentro il quale i Giovani Comunisti e la Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani non hanno più alibi per rimanere divisi. Un progetto avviato da qualche anno e che continua a muoversi troppo a rilento.
Già in molti territori sono nati coordinamenti unitarie tra le due forze che di fatto operano quotidianamente insieme lavorando negli stessi luoghi e incontrandosi nelle stesse stanze. Un incontro di energie che ha ridato forza a molti territori in difficoltà. Una richiesta reale che viene dal basso. Ma che, ben inteso, non deve fermarsi alle due giovanili comuniste. Un folto arcipelago di associazioni, movimenti e singoli devono essere pienamente inseriti in tale percorso, arricchendo ancora di più il processo.
Come spesso accade, i gruppi dirigenti (una parte dei gruppi dirigenti) rischiano di rimanere troppo indietro rispetto allo stato reale delle organizzazioni. Come spesso accade, i territori stanno indicando la linea.
La costruzione della Federazione ci ha dimostrato che non dobbiamo avere paura di compiere le scelte unitarie che i compagni ci chiedono a viva voce. E' necessario uno slancio decisionale che ci permetta, in tempi brevi, di focalizzare tutte le nostre energie sulla politica, eliminando i tentennamenti tattici che i compagni hanno già superato nei territori in nome delle battaglie, della storia e di un'idea di futuro comuni.
Superiamo le diffidenze. Con tutta la nostra forza e tutta la nostra passione.

Francesco D'Agresta,coordinamento nazionale Giovani Comunisti
fonte: www.esserecomunisti.it

sabato 26 marzo 2011

La prima settimana di guerra in Libia è costata all'Italia almeno 12 milioni di euro


I primi sette giorni di guerra in Libia sono costati all'Italia almeno 12 milioni di euro, ovvero più di 1,7 milioni al giorno. La Gran Bretagna ne ha spesi almeno 20 e gli Stati Uniti oltre 400 (Washington ha speso 130 milioni di euro solo per i centosettanta missili Tomahawk lanciati finora: ognuno di essi costa 750 mila euro).

La parte più costosa della missione militare italiana in Libia è quella aerea: le 32 sortite dei nostri Tornado sono costate in tutto quasi 10 milioni di euro (ogni missione costa circa 300 mila euro, se non si sganciano i missili anti-radar Harm da 200 mila euro l'uno).

La missione navale italiana è costata nella prima settimana, di solo carburante, oltre due milioni di euro. Ogni giorno, infatti, la portaerei 'Garibaldi', il cacciatorpediniere Andra Doria, la fregata 'Euro', il pattugliatore 'Comandante Borsini' e la rifornitrice 'Etna' consumano circa300 mila euro di gasolio al giorno.

domenica 13 marzo 2011

Trasporto pubblico:"CHE DISASTRO!"


I GC stanno portando avanti in queste settimane un'iniziativa a livello provinciale riguardo l'efficienza del servizio COPIT in seguito ad i pesanti tagli mossi dal governo e le ultime modifiche apportate alle linee urbane (introduzione del "Micco").
Una decina di militanti GC si è mossa di fermata in fermata a fare compilare un questionario (che potrete compilare anche voi in questa pagina: http://www.gctoscana.eu/index.php?option=com_content&view=article&catid=29&id=490&Itemid=9 ) che pensionati,studenti e pendolari hanno compilato con inaspettata partecipazione.
La campagna non è ancora terminata,ma volevamo sottolineare un episodio particolare accaduto nei giorni scorsi.
Alcuni militanti stavano facendo compilare il questionario all'interno della stazione,quando era in attesa di partire il treno della linea Pistoia-Porretta.
E' stata la prima volta in cui erano i passeggeri a voler compilare il questionario con un entusiasmo e una rabbia incredibile perché presto la loro linea ferroviaria verrà tagliata,obbligandoli a prendere una linea COPIT sostitutiva,meno comoda e più pericolosa per le strade de "la porrettana".Purtroppo non abbiamo potuto far compilare a tutti il questionario,ma torneremo presto e ribadiamo ancora una volta la vicinanza ai passeggeri de "la porrettana" e il nostro sostegno alla loro lotta.

martedì 8 marzo 2011

VIVA L'ITALIA CHE RESISTE - manifestazione regionale a Firenze.Per un'Italia UNITA,LIBERA ed ANTIFASCISTA


17 MARZO 2011: MANIFESTAZIONE REGIONALE A FIRENZE
Via Cavour - fronte alla Prefettura - ore 15.00

PER UN'ITALIA UNITA, LIBERA E ANTIFASCISTA!
PER LA COSTITUZIONE E LA REPUBBLICA "FONDATA SUL LAVORO"!

Per il diritto al lavoro e al futuro, per la scuola pubblica, per la dignità delle donne e i diritti degli immigrati, per la laicità dello Stato, per la difesa del territorio e dei beni comuni!
Per riaffermare il valore dell'uguaglianza, dell'indipendenza e della pace!

sabato 19 febbraio 2011

Il Fini non giustifica i mezzi

Dopo la straordinaria manifestazione delle donne del 13 febbraio e dopo il rinvio a giudizio di Berlusconi per concussione e per sfruttamento della prostituzione minorile, l’opposizione avrebbe dovuto cogliere immediatamente l’opportunità che aveva e sferrare l’affondo definitivo.
E’ avvenuto esattamente il contrario! Bersani non ha trovato di meglio che rilasciare una ampia intervista alla Padania. In essa, non solo sono state date garanzie alla Lega sul federalismo (riforma che, a detta di Bersani, sarebbe gradita solo alla Lega e allo stesso Pd), ma è stato apertamente contestato il fatto che il partito di Bossi sia da considerare razzista e xenofobo! Se non siamo alla riedizione della dalemiana “Lega costola della sinistra”, poco ci manca.
Come se questo non bastasse, Nichi Vendola, dopo aver martellato per mesi sulle primarie come percorso ineludibile per ricostruire la sinistra, è uscito con una doppietta micidiale. Governo di transizione anche con Fini. E Rosi Bindi alla guida di questo fantomatico esecutivo che dovrebbe inglobare, appunto, da Fini a Vendola!
Due prese di posizione sbagliate, quelle del Pd e di Sel, che, contemporaneamente, hanno ridato fiato a Berlusconi e hanno dato una immagine del centro sinistra incapace di proporre una alternativa credibile, se non una improbabile ammucchiata!

Il tutto ancor più assurdo visto che ormai da due mesi, da ultimo l’Ipsos su il Sole 24 Ore del 17 febbraio, i sondaggi danno il centro sinistra (Pd, Idv, Sel, Fds) vincente contro la destra, in presenza del Terzo Polo.
Per quanto riguarda il Pd si tratta dell’ennesima dimostrazione della sua incapacità di essere realmente un perno credibile di una vera opposizione, seppure moderata, a Berlusconi e al berlusconismo. E spiega, a mio parere, la sua continua erosione di consensi, pur in presenza di una crisi verticale del leader del centro destra e dell’implosione del suo schieramento.
Ma anche per quanto riguarda Sel e Nichi Vendola la contraddizione è pesante. Come è possibile pensare di mantenere un profilo di sinistra, come ha fatto il Presidente della Puglia in questi mesi, su temi come l’appoggio alla Fiom-Cgil, ai lavoratori di Mirafiori e di Pomigliano, ai comitati per l’acqua bene comune, e contemporaneamente proporre un governo, seppure di transizione, con Fini e il terzo polo? Vendola ha avuto una lunga esperienza parlamentare, quindi sa benissimo che non esistono governi che fanno certe cose e non altre! Dal finanziamento delle missioni militari, passando per i provvedimenti economici che dovranno essere presi “perché ce lo chiede l’Europa”, si faranno scelte più “a destra” di quelle compiute dall’ultimo governo Prodi, vista la composizione dello schieramento. E anche sulla stessa legge elettorale, quale sarebbe la proposta? Siamo sicuri che tra quelle forze ci sarebbe una proposta condivisa e che essa sarebbe migliorativa rispetto alla legge attuale? C’è da dubitarne.
Come Federazione della Sinistra proponiamo un’altra strada e invitiamo Sel in primo luogo, ma anche Idv e il Pd, a valutare attentamente la situazione. Prima di tutto crediamo sia assolutamente necessario dare continuità e forza alla diffusissima volontà di lotta e di mobilitazione che c’è tra i lavoratori, i giovani, le donne e, in generale, le classi subalterne. Da quando governa Berlusconi è stato un susseguirsi e un crescendo di grandi manifestazioni di popolo. Il 13 febbraio è stata l’ultima di una lunga serie. Quasi tutte sono state organizzate da movimenti, organizzazioni sindacali, associazioni. Solo una dalle forze politiche di opposizione. E’ venuto il momento – dimostrando di cogliere questa volontà diffusa di lotta e anche di indignazione – di costruire una grande manifestazione nazionale di tutto il centro sinistra, che porti a Roma milioni di persone. Così come, parallelamente, sarebbe importante che la Cgil proclamasse lo sciopero generale, per dare una risposta adeguata, da un lato all’offensiva pesantissima contro i diritti (vedi Marchionne) e dall’altro per chiedere provvedimenti adeguati nei confronti della crisi economica.
Inoltre, se si dovesse votare, come noi auspichiamo, riteniamo di poter dire che la proposta che avanziamo da tempo, quella del Fronte democratico composto da Pd, Idv, Sel e Fds, sia non solo la più giusta, ma quella realisticamente possibile e, stando ai sondaggi degli ultimi 2 mesi, in grado di vincere. Infatti per come si è sviluppata la dialettica politica in questo ultimo anno solo la presenza di tre poli consentirebbe a tutti di raccogliere il massimo dei consensi. Vale per Fini, che in una coalizione con forze di sinistra perderebbe buona parte del proprio elettorato, ma vale anche per la sinistra che vivrebbe un problema speculare se fosse in uno schieramento con la destra.
Infine due riflessioni su di noi.
Qualcosa comincia a muoversi nella giusta direzione. E’ stata predisposta una campagna nazionale sui temi sociali: redistribuzione del reddito, lotta alla precarietà, intervento nel sociale, difesa dell’ambiente, con tanto di proposte – semplici e chiare – su dove prendere le risorse e su come utilizzarle. Su questi temi nei prossimi mesi saremo presenti in tutte le piazze d’Italia. Inoltre sono ormai terminate le assemblee regionali della Federazione della Sinistra che hanno visto una ottima partecipazione di compagne e compagni. Ovunque si stanno costituendo gli organismi regionali e provinciali. Vanno battute le ultime resistenze e vanno superate tutte le diffidenze, sapendo che, pur con tutti i limiti, non c’è alternativa a questo progetto. Chi pensa di tornare indietro commette un grave errore poiché da un lato non valuta che la consistenza singola dei soggetti che compongono la Federazione (in questo caso parlo del Prc e del Pdci) non è più quella di alcuni anni fa, e dall’altro lato non tiene conto di una richiesta di unità, forte e trasversale, che viene dalla nostra base. Anche per questo, proprio perché crea tensione tra il Prc e il Pdci e quindi a tutta la Fds, è sbagliata la scissione che hanno praticato, al di là delle migliori intenzioni, alcuni compagni di Rifondazione. Oggi tutte le nostre energie vanno spese nell’iniziativa esterna come Federazione per recuperare il consenso perso in questi anni e questo lo possiamo fare solo nella costruzione di lotte, di vertenze, di alleanze per battere le destre. Il tema dell’unità è giustissimo a partire da quella tra il Prc e il Pdci, ma essa non può essere costruita spaccando i partiti esistenti e scompaginando la Federazione. Se facciamo prevalere il buonsenso, le ragioni generali su quelle particolari, sono convinto che per la Federazione della Sinistra si potranno aprire spazi importanti a sinistra già in questa primavera densa di appuntamenti, dai referendum alle elezioni amministrative.

Claudio Grassi 17/02/2011

fonte: www.claudiograssi.org

lunedì 14 febbraio 2011

Pistoia: trasporto pubblico, la parola alla cittadinanza!


Trasporto pubblico a Pistoia: la parola ai cittadini


Qua sotto il link del questionario,per raccogliere opinioni della cittadinanza pistoiese in merito alla qualità del servizio offerto dai trasporti pubblici gestiti dalla Copit.
http://www.gctoscana.eu/index.php?option=com_content&view=article&catid=29&id=490&Itemid=9

giovedì 3 febbraio 2011

Acqua: si voti con le amministrative I referendari temono uno scippo


C’è un’orgia in Italia di cui non parla nessuno: l’orgia delle privatizzazioni. E se se ne parla è per dire bugie. Come quando si dice che il popolo dell’acqua vorrebbe il ritorno a un passato di inefficienza quando pensa di sottrarre il servizio idrico all’ingordigia delle multinazionali. “Come quando si sostiene che sia l’Europa a imporre la privatizzazione di un bene comune oppure che la privatizzazione, aprendo alla concorrenza, apra a un abbassamento delle tariffe e al miglioramento dei servizi. Dalle esperienze in corso si ricava il contrario. Perchè l’acqua è un monopolio naturale e il prezzo lo decide chi lo detiene”. Margherita Ciervo fa parte del comitato pugliese Acqua bene comune. Ieri era a Roma, nella sede del sindacato dei giornalisti, per il lancio della campagna referendaria per i due Sì. Si tratta, ricordarlo fa bene, dei quesiti più sottoscritti nella storia repubblicana e promossi in prima persona dalla società civile (e Liberazione figura tra i promotori accanto ai movimenti per l’acqua). I partiti, come Rifondazione comunista (“pronta a intrecciare il tema dei beni comuni nella imminente campagna per le amministrative”, dice Maria Campese, responsabile Ambiente del Prc) o Sinistra critica, sostengono l’iniziativa senza se o senza ma. Altri, come il Pd, l’Idv e i vendoliani di Puglia, hanno un atteggiamento quantomeno ambiguo. Ma la raccolta di firme – un milione e quattrocentomila, tre volte oltre il necessario e in tempi record – ha fatto breccia trasversalmente nell’elettorato tanto da spingere il governo ad annunciare, per domani, una “riforma” dei servizi pubblici locali che ha il sapore di uno scippo per chi ha dato vita a questo soggetto politico inedito: “il popolo dell’acqua, appunto, che manifesta la stessa sete di dignità che è scesa in piazza sull’altra sponda del Mediterraneo”, ricorda il missionario comboniano Alex Zanotelli chiedendo alla “sua” Chiesa di schierarsi contro quella che definisce essere “una bestemmia, il decreto Ronchi. In Europa solo l’Italia ha privatizzato l’acqua attraverso il Parlamento”. Così il movimento rilancia: “Niente scippo ma si accorpino i referendum alle amministrative di primavera e si stabilisca una moratoria nell’attuazione del decreto Ronchi almeno fino all’esito della consultazione”, ricorda Paolo Carsetti del comitato referendario presentando il logo, scelto in un sondaggio on line cui hanno preso parte in diecimila. A vincere è stata l’idea di Michele Giugni del comitato pratese. Se il percorso è accidentato, il popolo dell’acqua è deciso a far parlare di sè. Sabato e domenica spunteranno banchetti ovunque per provvedere all’”autofinanziamento partecipato” su modalità originali: funzionerà come un prestito restituito una volta che il comitato referendario avrà ricevuto il rimborso previsto dalla legge. L’agenda è piuttosto articolata: prima della scadenza classica – la manifestazione sui beni comuni prevista stavolta il 26 marzo – ci sarà il festival dell’acqua a Sanremo, in parallelo con la kermesse canora, il 17 e il 18 febbraio, con Andrea Rivera e gli Yo Yo Mundi. Poi ci sarà un convegno sul modello di gestione che ha in mente il popolo dell’acqua per scongiurare che carrozzoni clientelari e corrotti si sostituiscano ai loghi famelici delle multinazionali e delle mafie. A spiegare la modernità di questa battaglia, oltre al comboniano che ha ricordato le stime sui rifugiati climatici, c’è il giurista Stefano Rodotà che ricorda l’articolo 43 della Costituzione in cui si prevede già che comunità di lavoratori e utenti possano gestire servizi essenziali. “L’unificazione politica – per Rodotà – sta avvenendo proprio sui beni comuni”. A quell’articolo s’è già ispirato il comitato pugliese che ha scritto, in un tavolo paritetico con la Regione, la legge per ripubblicizzare l’Aqp (il più grande acquedotto d’Europa e terzo nel mondo) che Vendola aveva giurato di far passare nei primi cento giorni. Quel ddl (dopo aver resistito a un tentativo di modifica da parte dell’ufficio legislativo regionale) arranca ancora in Commissione e alcuni emendamenti del Pd rischiano di snaturarlo “annacquando” i principi che l’hanno ispirato (organismo di diritto pubblico, gestione partecipata, servizio minimo garantito ed esclusione del profitto) con la cessione di “attività collegate” non meglio definite a società miste. Gli interessi di Caltagirone e della Marcegaglia sull’Aqp sono noti. Meno noti sono il tentativo di congelamento del ddl da parte del capogruppo di Sel e il silenzio che il presidente del consiglio regionale (di Sel) oppone da mesi alla richiesta del comitato di un incontro con i capigruppo.
di Francesco Ruggeri

Fonte:sito ufficiale della "Federazione della Sinistra" 3/02/2011

lunedì 31 gennaio 2011

Copit, i tagli del governo sono una scusa

PISTOIA. I tagli al servizio di trasporto pubblico, annunciati nei giorni scorsi dal Copit, sono al centro di un documento polemico a fima del consiglio provinciale della Federazione della sinistra. Ricordiamo che si parla di esubero di personale e forti aumenti tariffari. La Fds premette che il governo ha tagliato 200 milioni di euro per i trasporti pubblici alla Regione Toscana, che però li ha in gran parte recuperati distogliendoli da altri fondi: «Il taglio vero è alla fine di 26 milioni». «Certo - si legge nel documento - non pesano per tutti allo stesso modo. Il bacino di Pistoia è stato già penalizzato, fin dal 2005, con un rimborso per chilometro inferiore - da 0,20 a 0,38 centesimi - a tutti gli altri territori toscani, molti dei quali non interessati da servizio in aree montane. Visto che parliamo di 8,65 milioni di km l'anno, il conto è presto fatto: da 1,7 a 3,3 milioni di euro in meno all'anno che hanno prodotto un bel buco nei bilanci del Copit. Il tutto nella sostanziale indifferenza dei nostri amministratori, in primis il sindaco di Pistoia Berti, che è anche il maggior azionista del Copit». «La nuova ripartizione delle risorse, pur nelle ristrettezze, ha prodotto un riequilibrio? - prosegue la Federazione della sinistra - Ma quando mai! Rispetto ad una media del 13% nelle altre province toscane, a Pistoia si taglia il 15,4%, anche grazie all'ignavia e al disinteresse di chi, evidentemente, si occupa soltanto (e abbiamo visto come) di piazzare Presidenti e Consiglieri di amministrazione e il resto... mancia». Il motivo di di questi annunci allarmistici, secondo la Fds, è quello di «contrastare il piano delle Regione che ritiene inutili gran parte dei 234 consiglieri di amministrazione delle aziende di trasporto, le decine di presidenti e direttori generali e indica, nel piano regionale di sviluppo, la ricomposizione in un'unica azienda come risposta alla riduzione delle risorse, senza intaccare qualità del servizio e tariffe. Non c'è azienda di trasporti, non c'è amministrazione in Toscana che non lanci allarmi di tagli 10 volte maggiori rispetto ai tagli al fondo trasporti, né d'altro canto nessuno che integri con risorse provinciali e comunali quel 10% che la Regione non riesce a reintegrare. Si tagli pure il servizio festivo e scolastico, si aumentino del 15% le tariffe ma guai, guai a tagliare qualche posto di sottogoverno, magari ben pagato. E allora meglio i polveroni». La Federazione della sinistra chiede che le amministrazioni si occupino «di ottenere una più equa ripartizione delle risorse, evitino gli sprechi come l'inutile palazzone della direzione Copit, ripensino l'utilità del Ctt e si occupino del servizio per i cittadini anziché delle poltrone. E alla Regione proponiamo: perché non vincolare il reintegro delle risorse tagliate dal governo al mantenimento del servizio e dell'occupazione da parte delle aziende? Altrimenti perde senso sacrificare in quell'ambito il contributo all'edilizia popolare, di cui c'è altrettanto bisogno».

da "Il Tirreno" del 28/01/2011

mercoledì 26 gennaio 2011


venerdì 28 gennaio: SCIOPERO GENERALE in tutta Italia!...studenti e lavoratori in piazza uniti per riconquistare diritti e futuro e cacciare Marchionne, Gelmini e Berlusconi!!!

MANIFESTAZIONE regionale toscana a MASSA!
partenza da PISTOIA ore 8.00 - ritorno per le 14.00

...andata/ritorno in pullman 10€ - per prenotazioni contattare i Giovani Comunisti Pistoia!!!

Annunciata chiusura di reparti e servizi all’ospedale di San Marcello Pistoiese. Interrogazione urgente di Monica Sgherri.


Interrogazione del capogruppo consiliare in regione Toscana,lista FdS-Verdi.


Sgherri:”inaccettabile scelta aziendalista che colpisce servizi essenziali ad un area particolare come quella della montagna pistoiese. La Regione intervenga per scongiurare questa indicazione”.

Ospedale di San Marcello Pistoiese: no a scelte prettamente aziendaliste che,in nome a esigenze di razionalizzazione, vogliano significare chiusure di reparti, reparti per giunta assolutamente primari come quello di chirurgia, mettendo così nettamente in discussione i livelli di prestazione e assistenza sanitaria per una zona che non può assolutamente privarsene, come la montagna pistoiese. La Regione faccia chiarezza in merito alla vicenda e metta in atto tutte le azioni – anche di natura finanziaria – per scongiurare l’attuazione degli indirizzi contenuti nella relazione stessa. Così Monica Sgherri – capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale -spiega la ratio dell’interrogazione presentata oggi alla Giunta Regionale in merito a quanto indicato nella relazione al bilancio previsionale dell’ASL di Pistoia, che prevede, fra gli altri, la chiusura del reparto di chirurgia dell’ospedale di San Marcello Pistoiese e il trasferimento del day surgery verso un istituto privato. La particolare configurazione geografica della zona – montuosa – impone che tali reparti vengano mantenuti a San Marcello, pena disagi elevatissimi per i cittadini e i tanti turisti, che sarebbero dirottati a Pistoia. Una indicazione – prosegue Sgherri – quella della chiusura, che oltretutto è stata fatta senza nessuna concertazione con i sindaci della zona, che si sono dichiarati fortemente contrari, così come tanti cittadini i quali hanno sollevato sacrosante proteste. Non si può affermare – come avviene nella relazione – di voler salvaguardare i livelli di prestazioni ed assistenza sanitaria e nel contempo prospettare tagli di reparti come la chirurgia all’ospedale di San Marcello. Una delle motivazioni addotte per giustificare le chiusure starebbe nel taglio di risorse da parte della Regione. E’ quindi necessario che la Regione faccia chiarezza su questa vicenda ed intervenga – garantendo, se risultasse reale il taglio indicato dall’ASL di Pistoia, anche finanziariamente – affinché siano mantenuti i livelli di assistenza sanitaria all’ospedale in questione in quanto – tenuto conto delle specificità territoriali della zona- comunque nessuna razionalizzazione può permettersi di colpire, e in maniera così pesante, un presidio ospedaliero di primaria importanza tanto più vista le particolarità della zona dove è presente.

Di seguito il testo dell'interrogazione presentata:

Firenze, 25 gennaio 2011

OGG: Interrogazione Orale Urgente

“In merito all’ipotesi della cessazione e riduzione delle attività di chirurgia e ortopedia nel presidio ospedaliero di San Marcello Pistoiese”

Premesso che nella relazione, del direttore Generale dell’ASL di Pistoia, al Bilancio di Previsione per l’anno 2011 e pluriennale 2011-2013 viene annunciata, tra le altre disposizioni, la revisione dell’attività chirurgica dell’ospedale di San Marcello Pistoiese con la chiusura dell’attività chirurgica ordinaria e il trasferimento dell’attività di day surgery presso il presidio privato accreditato S. Paolo e il trasferimento dell’ortopedia in day sargery.

Premesso, ancora, che proprio l’attività di chirurgia, in particolare quella vascolare, secondo quanto previsto dalla programmazione di zona, ha raggiunto livelli qualitativi molto alti, anche attraverso, in questi anni, l’impiego di risorse finanziare e di personale medico e infermieristico.

Premesso, infine, che tali provvedimenti sono stati annunciati come scelte già consolidate senza che ci sia stata in precedenza nessuna concertazione con la Conferenza dei Sindaci di zona, suscitando infatti la contrarietà dei Sindaci.

Considerato che nella succitata relazione si intravede una evidente contraddizione tra l’affermazione di voler salvaguardare i livelli di prestazione e assistenza sanitaria del territorio a fronte di provvedimenti di natura prettamente aziendalista che non tengono conto della particolare situazione geografica e logistica (distanze e tempi) della zona della montagna pistoiese.

Considerato, inoltre, che, in particolare il mantenimento dell’intera attività di ortopedia, è legato da una parte la vicinanza con l’impianto sciistico dell’Abetone, e dall’altra, parte dell’economica della zona, legata all’attività di disboscamento.

Tenuto conto che tali provvedimenti sono giustificati, tra le altre cose, nella relazione del Direttore Generale da un possibile mancato ripristino, per l’anno 2011, di risorse riconosciute e assegnate all’azienda nel 2010, da parte della Regione Toscana.

Interroga la Giunta Regionale per sapere

se è a conoscenza della relazione, in premessa, del Direttore Generale dell’ASL 3 di Pistoia, e dei relativi provvedimenti in merito alla cessazione dell’attività di chirurgia e ortopedia in DS nel presidio ospedaliero di San Marcello Pistoiese

se effettivamente, come annunciato dal Direttore Generale dell’ASL pistoiese, la Regione Toscana non trasferirà per il 2011, le risorse aggiuntive come avvenuto nell’anno precedente;

quali azioni intende intraprendere – compreso il ripristino delle risorse aggiuntive, di cui sopra-, affinché vengano effettivamente garantiti i livelli di cura e assistenza sanitaria considerato anche le particolari specificità territoriali della zona.

La Capogruppo

Monica Sgherri

mercoledì 19 gennaio 2011

Diego La Sala,portavoce della FdS di Pistoia


I Giovani Comunisti di Pistoia si congratulano con il compagno del circolo GC "Terza Internazionale",Diego La Sala,neoeletto portavoce della Federazione della Sinistra di Pistoia.
Viene qua sotto riportato un articolo de "Il Tirreno"

Il 14 gennaio è stato formalmente costituito il consiglio politico della Federazione della sinistra di Pistoia ed è stato eletto il nuovo portavoce Diego La Sala. Neo laureato in metodologia della ricerca sociale, La Sala nonostante abbia solo 25 anni, ha alle spalle già 12 anni di attività politica sia nei movimenti studenteschi pistoiesi sia nei Giovani comunisti ed ovviamente in Rifondazione comunista. La scelta della Federazione della sinistra Pistoia è quella di investire su una nuova generazione di dirigenti e militanti che dia nuova linfa e nuovo slancio alle battaglie che, mai come adesso, determineranno il futuro della società e del territorio. Il consiglio ha quindi deciso di muovere i suoi primi passi incentrando il proprio impegno sui diritti del lavoro, sostenendo con forza il lavoro della Fiom e lo sciopero generale del 28 gennaio, e di seguire da vicino le questioni inerenti il diritto allo studio. La Federazione della sinistra pistoiese augura buon lavoro a La Sala per l'incarico. R.P
Fonte :"Il Tirreno" 18/01/2011

lunedì 17 gennaio 2011

Si è svolta ieri, 15 gennaio, presso il salone del Circolo Arci “G.Garibaldi”, l’iniziativa “Come rilanciare Pistoia?”, organizzata e promossa dai Giovani Comunisti – Federazione della Sinistra.

Nel corso della serata, di fronte alle decine di presenti, si sono susseguiti numerosi interventi rappresentativi delle problematiche e della realtà politica, economica e sociale della città.

Lavoro, spazi sociali, ambiente e scuola; queste le tematiche più toccate da quanti hanno preso la parola, fra cui il presidente dell’ARCI, un sindacalista FIOM, lavoratori delle aziende in crisi del pistoiese, studenti e docenti della scuola pubblica, esponenti degli spazi sociali autogestiti della città (SLEBest e Libera Officina Prima Maggio), comitati Acqua Pubblica e No Nucleare…

Durante l’iniziativa sono emerse le principali problematiche che gravano sul presente e sul futuro della nostra città: l’assenza di una politica industriale capace di contrastare la disoccupazione e la crisi economica, a fronte anche della possibilità che il “modello Mirafiori” – ben descritto dall’intervento FIOM in tutti i suoi particolari più preoccupanti – possa giungere fino a noi; l’appoggio di ampia parte della politica pistoiese, anche nel centrosinistra al governo, alle politiche di privatizzazione, a partire dal bene comune dell’acqua, accompagnate da una scarsa attenzione alla questione ambientale, divenuta oggi un’emergenza del nostro territorio legata, peraltro, alle fallimentari linee guida del piano di sviluppo economico della città; una politica urbanistica lontana dai bisogni dei cittadini, anche più giovani, e caratterizzata, piuttosto, da una folle corsa alla cementificazione, indifferente sia alla cura del paesaggio che alla necessità di costruire più ampi e numerosi luoghi di confronto e aggregazione, al fine di concretizzare una solida alternativa al degrado culturale che attraversa il Paese.

Ringraziamo per la partecipazione, inoltre, l’Unione Comunale del Partito Democratico, intervenuta per portare il proprio saluto all’iniziativa e auspicare che, anche a partire dalle associazioni da sempre patrimonio della sinistra (ARCI e ANPI in primis), sia possibile valutare la possibilità di realizzare un percorso comune a tutto il centrosinistra che, a partire dalle prossime elezioni comunali del 2012, segni un’irrinunciabile cambio di marcia rispetto all’attuale amministrazione.

Soddisfatti della piena riuscita dell’iniziativa, nel ringraziare tutti coloro che hanno voluto partecipare, come Giovani Comunisti di Pistoia vogliamo impegnarci a fare di questa giornata solo il primo passo di un percorso di incontri e assemblee pubbliche che, a partire dal territorio e dal rapporto con la cittadinanza e i quartieri, possa delineare il profilo della “Pistoia che vogliamo”.

Giovani Comunisti Pistoia

Prenotazioni pullman corteo regionale 28 gennaio!

sabato 15 gennaio 2011

Mirafiori: vince il sì, ha perso Marchionne


Di seguito la cronaca della lunga notta di scrutinio appena trascorsa.
Al di là del dato finale, che ha visto i sì prevalere con il 53% grazie alle percentuali bulgare conseguite fra gli impiegati, il dato certo della nottata è la sconfitta di Sergio Marchionne e di tutta Confindustria che, accantonata la diffidenza nei confronti del progetto "newco", era comunque scesa in campo a fianco dell'ad del Lingotto, come dimostrato anche dall'intervento televisivo di Bombassei, ex leader di Federmeccanica.
Con un esito di sostanziale parità, a fronte di condizioni di ricatto ancora più pesanti di quanto visto a Pomigliano quest'estate, è stata sconfitta l'arroganza del Lingotto, che adesso dovrà decidere se attuare una militarizzazione dello stabilimento, o arrivare alla sospensione degli investimenti, o, al contrario, tornare sui propri passi e aprire una nuova fase di confronto con la Fiom.

In ogni caso, al fianco della dignità e del coraggio dimostrati dagli operai di Mirafiori questa notte, il 28 gennaio saremo in piazza per lo sciopero generale della Fiom, consapevoli che un'Italia migliore è, oggi, un pò più possibile di ieri.

Referendum Mirafiori, vince il sì. Decisivo il voto degli impiegati

da "Adnkronos.com"

Torino, 15 gen. (Adnkronos/Ign) - La lunga notte di Mirafiori si è conclusa una manciata di minuti dopo le sette di questa mattina, dopo uno scrutinio durato quasi 10 ore. I lavoratori delle Carrozzerie hanno detto di sì all'accordo siglato lo scorso 23 dicembre da azienda, Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri con 2735 voti favorevoli, pari a una percentuale del 54,05%. Il no ha invece ottenuto 2325 voti, il 45,95%. Le schede nulle e bianche sono state 59. Scongiurato, dunque, il rischio che il Lingotto passi al 'piano B'. ''Con il 51% dei consensi resteremo'', ha infatti ribadito più volte in questi giorni l'ad Sergio Marchionne.
Determinanti
per ribaltare l'esito che per metà dello spoglio ha visto il no in vantaggio, i consensi all'intesa ottenuti nei seggi degli impiegati e del terzo turno, dove i voti a favore sono stati rispettivamente 421 e i no 20, e 262 contro 111. L'accordo invece è stato bocciato nei seggi 6, 7, 8 e 9 dove hanno votato gli addetti al montaggio, e dove la Fiom è tradizionalmente forte: i voti contrari sono stati complessivamente 1576 (il 53,2%) contro i 1386 voti favorevoli (il 46,8%).

Via libera al piano di rilancio di Marchionne che prevede un miliardo di investimenti e nuove regole su orari, flessibilità e rappresentanz, anche dalla verniciatura dove nei due seggi interessati i sì sono stati rispettivamente 140 e 113, i no 93 e 102. Nel reparto lastratura, dove si è fatta sentire la componente Cobas, invece, in un seggio ha vinto il sì con 212 voti a favore e 205 voti contrari, nell'altro i no sono stati 218, i sì 202. Senza gli impiegati dove il sì è prevalso per 401 voti, tra gli operai il giudizio favorevole all'intesa ha superato il no di 9 schede.
A ritardare le operazioni di spoglio, cominciate poco dopo le 21, il giallo che ha interessato il secondo seggio scrutinato, il numero otto dove avevano votato 768 addetti al montaggio. Dai primi conteggi sembravano mancare all'appello una cinquantina di schede, l'esito pertanto è stato congelato per un paio d'ore, fino a quando la commissione elettorale non ha verificato una ad una le firme e i voti validi, considerando poi il voto regolare.

Quando mancava un seggio alla fine dello scrutinio, poi, l'esultanza di un esponente del fronte del sì per il quorum raggiunto ha scatenato un parapiglia tra i componenti della commissione elettorale e un rappresentante della Fiom si è sentito male. Le operazioni di spoglio sono state quindi sospese fino a quando non è arrivata l'ambulanza per i soccorsi.
Il referendum ha fatto registrare un'affluenza record: nei tre turni (il terzo ha votato nella notte di giovedì, il primo e il secondo nella giornata di venerdì) alle urne si sono recati complessivamente oltre 5119 lavoratori su 5431 aventi diritto, pari al 94,2%. Intanto, secondo alcune fonti sindacali, mentre era in corso lo scrutinio, davanti ai cancelli della porta due alcune bandiere delle sigle firmatarie dell'intesa sarebbero state date alle fiamme da persone non identificate.

LE REAZIONI - ''L'esito del referendum apre un'evoluzione nelle relazioni industriali soprattutto nelle grandi fabbriche che dovrebbe consentire un migliore uso degli impianti e una effettiva crescita dei salari'' commenta ai microfoni del Gr2 il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

"Come per tutti i veri cambiamenti, la decisione è stata sofferta - sottolinea il leader della Uil, Luigi Angeletti - Alla fine hanno vinto le ragioni del lavoro. Il sì all'accordo ci fa vedere, con più ottimismo, il futuro di Mirafiori e dell'industria automobilistica nel nostro Paese".
Mentre Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom, tiene a rimarcare che "la maggioranza degli operai ha detto no. E' un atto di coraggio eccezionale e una colossale sconfitta politica e morale per Marchionne e i suoi sostenitori. E' chiaro a tutti, ora, che c'è la forza per andare avanti e rovesciare l'accordo della vergogna".

venerdì 7 gennaio 2011

Assemblea pubblica scuola: rilanciare la lotta a Pistoia!

Venerdì 7 gennaio 2011 alle ore 17.00
circolo ARCI "Garibaldi"

Parteciperanno all'assemblea studenti, docenti, lavoratori e semplici cittadini.
sono stati invitate a partecipare le seguenti organizzazioni:

*Cgil Scuola
*Cobas Scuola
*Collettivo Studentesco Pistoiese
*Comitato Forteguerri Organizzativo
*Coordinamento per la difesa della scuola pubblica
*Giovani Comunisti
*Giovani Democratici

il 22 dicembre il Senato ha approvato definitivamente la controriforma dell'Università targata Gelmini-Tremonti e voluta dalle destre al Governo; una controriforma che, nei prossimi 6 mesi, si tradurrà in: privatizzazione, taglio dei fondi, smantellamento della ricerca.

la controriforma dell'Università è un altro tassello di un puzzle di cui fanno parte i tagli alle scuole superiori varati nel 2008 dal Governo, le manovre "lacrime e sangue" intenzionate a far pagare a lavoratori e studenti la crisi economica causata da banche e padroni, il riconoscimento del precariato come unica prospettiva di vita delle generazioni più giovani.

pensano di poterci togliere tutto: non hanno capito che la nostra lotta è appena iniziata!
organizziamoci per rilanciare, con una piattaforma e un'azione unitaria, la lotta per la scuola pubblica anche a Pistoia!