Ci siamo trovati davanti una piazza che possiamo definire storica.
Non contano i numeri (che il sindacato non ha voluto dare, lasciando ad altri guerre di cifre che negli ultimi anni hanno finito con l'instaurare un meccanismo per cui ad ogni corteo si doveva sparare un numero, sballato, più alto), conta che Piazza San Giovanni era stracolma di gente fin dalle prime ore del pomeriggio, mentre parte del corteo principale, dove eravamo presenti come GC e come FdS, doveva ancora lasciare un'affollatissima Piazza della Repubblica, zona del concentramento.
Conta la qualità che è emersa da questa manifestazione, capace di mettere al centro della mobilitazione un progetto politico chiaro, delineato nel discorso finale del segretario Fiom Maurizio Landini, che mette insieme la centralità del lavoro, la scuola pubblica, l'investimento su ricerca e innovazione, la lotta al precariato, la difesa dei beni comuni, l'esigenza di superare il sistema di produzione, sociale ed economico vigente per costruire un'alternativa.
Un progetto politico che non può che sovrapporsi a quello dei GC e della Federazione della Sinistra, unico soggetto potenzialmente in grado di raccogliere ampi consensi che pone al centro del suo essere il superamento del capitalismo e la costruzione di una società più giusta e più democratica, che abbiamo identificato con il laboratorio del Socialismo del XXI secolo.
Conta l'appello, accolto dal boato delle centinaia di migliaia in piazza, a costruire lo sciopero generale.
Chiediamo lo sciopero generale non come fine della lotta, come gli ultimi che hanno visto protagonista la Cgil, indetti senza avere una radicalità di lotta rilevante, ma come mezzo per portare a casa delle vittorie politiche rilevanti.
Vogliamo uno sciopero generale capillarmente costruito nelle settimane sui territorio, capace di bloccare il Paese e di mettere in piazza una mobilitazione di massa, radicale, determinata e pacifica.
Uno sciopero generale che non può che partire dalla Fiom, che ha già dimostrato di essere in grado di unire intorno a sé altri settori del sindacato (molte e diverse erano le bandiere Cgil in piazza) e altri movimenti politici importanti e presenti nel Paese.
Oggi possiamo rivendicare, nonostante i tentativi di oscuramento da parte dei media (con in testa, è bene chiarirlo, la "democratica e libera" "Repubblica"), di essere stati gli unici, come Giovani Comunisti e come Rifondazione Comunista, a costruire con la Fiom la mobilitazione su scala nazionale, come dimostrato dalle decine di migliaia di nostre bandiere comuniste presenti e da uno spezzone unitario Gc-Fgci capace di mettere insieme oltre 4mila compagni e compagne di tutta Italia.
Come Giovani Comunisti della Toscana, dopo l'entusiasmante giornata dell'8 ottobre, anche questa volta siamo stati presenti con il nostro striscione e i nostri slogan, felici di contribuire alla riuscita della presenza dei GC alla manifestazione.
Come abbiamo già detto, non è che l'inizio.
Vogliamo arrivare lontano..."non un passo indietro!"
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