PISTOIA. I tagli al servizio di trasporto pubblico, annunciati nei giorni scorsi dal Copit, sono al centro di un documento polemico a fima del consiglio provinciale della Federazione della sinistra. Ricordiamo che si parla di esubero di personale e forti aumenti tariffari. La Fds premette che il governo ha tagliato 200 milioni di euro per i trasporti pubblici alla Regione Toscana, che però li ha in gran parte recuperati distogliendoli da altri fondi: «Il taglio vero è alla fine di 26 milioni». «Certo - si legge nel documento - non pesano per tutti allo stesso modo. Il bacino di Pistoia è stato già penalizzato, fin dal 2005, con un rimborso per chilometro inferiore - da 0,20 a 0,38 centesimi - a tutti gli altri territori toscani, molti dei quali non interessati da servizio in aree montane. Visto che parliamo di 8,65 milioni di km l'anno, il conto è presto fatto: da 1,7 a 3,3 milioni di euro in meno all'anno che hanno prodotto un bel buco nei bilanci del Copit. Il tutto nella sostanziale indifferenza dei nostri amministratori, in primis il sindaco di Pistoia Berti, che è anche il maggior azionista del Copit». «La nuova ripartizione delle risorse, pur nelle ristrettezze, ha prodotto un riequilibrio? - prosegue la Federazione della sinistra - Ma quando mai! Rispetto ad una media del 13% nelle altre province toscane, a Pistoia si taglia il 15,4%, anche grazie all'ignavia e al disinteresse di chi, evidentemente, si occupa soltanto (e abbiamo visto come) di piazzare Presidenti e Consiglieri di amministrazione e il resto... mancia». Il motivo di di questi annunci allarmistici, secondo la Fds, è quello di «contrastare il piano delle Regione che ritiene inutili gran parte dei 234 consiglieri di amministrazione delle aziende di trasporto, le decine di presidenti e direttori generali e indica, nel piano regionale di sviluppo, la ricomposizione in un'unica azienda come risposta alla riduzione delle risorse, senza intaccare qualità del servizio e tariffe. Non c'è azienda di trasporti, non c'è amministrazione in Toscana che non lanci allarmi di tagli 10 volte maggiori rispetto ai tagli al fondo trasporti, né d'altro canto nessuno che integri con risorse provinciali e comunali quel 10% che la Regione non riesce a reintegrare. Si tagli pure il servizio festivo e scolastico, si aumentino del 15% le tariffe ma guai, guai a tagliare qualche posto di sottogoverno, magari ben pagato. E allora meglio i polveroni». La Federazione della sinistra chiede che le amministrazioni si occupino «di ottenere una più equa ripartizione delle risorse, evitino gli sprechi come l'inutile palazzone della direzione Copit, ripensino l'utilità del Ctt e si occupino del servizio per i cittadini anziché delle poltrone. E alla Regione proponiamo: perché non vincolare il reintegro delle risorse tagliate dal governo al mantenimento del servizio e dell'occupazione da parte delle aziende? Altrimenti perde senso sacrificare in quell'ambito il contributo all'edilizia popolare, di cui c'è altrettanto bisogno».
da "Il Tirreno" del 28/01/2011
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