sabato 15 gennaio 2011

Mirafiori: vince il sì, ha perso Marchionne


Di seguito la cronaca della lunga notta di scrutinio appena trascorsa.
Al di là del dato finale, che ha visto i sì prevalere con il 53% grazie alle percentuali bulgare conseguite fra gli impiegati, il dato certo della nottata è la sconfitta di Sergio Marchionne e di tutta Confindustria che, accantonata la diffidenza nei confronti del progetto "newco", era comunque scesa in campo a fianco dell'ad del Lingotto, come dimostrato anche dall'intervento televisivo di Bombassei, ex leader di Federmeccanica.
Con un esito di sostanziale parità, a fronte di condizioni di ricatto ancora più pesanti di quanto visto a Pomigliano quest'estate, è stata sconfitta l'arroganza del Lingotto, che adesso dovrà decidere se attuare una militarizzazione dello stabilimento, o arrivare alla sospensione degli investimenti, o, al contrario, tornare sui propri passi e aprire una nuova fase di confronto con la Fiom.

In ogni caso, al fianco della dignità e del coraggio dimostrati dagli operai di Mirafiori questa notte, il 28 gennaio saremo in piazza per lo sciopero generale della Fiom, consapevoli che un'Italia migliore è, oggi, un pò più possibile di ieri.

Referendum Mirafiori, vince il sì. Decisivo il voto degli impiegati

da "Adnkronos.com"

Torino, 15 gen. (Adnkronos/Ign) - La lunga notte di Mirafiori si è conclusa una manciata di minuti dopo le sette di questa mattina, dopo uno scrutinio durato quasi 10 ore. I lavoratori delle Carrozzerie hanno detto di sì all'accordo siglato lo scorso 23 dicembre da azienda, Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri con 2735 voti favorevoli, pari a una percentuale del 54,05%. Il no ha invece ottenuto 2325 voti, il 45,95%. Le schede nulle e bianche sono state 59. Scongiurato, dunque, il rischio che il Lingotto passi al 'piano B'. ''Con il 51% dei consensi resteremo'', ha infatti ribadito più volte in questi giorni l'ad Sergio Marchionne.
Determinanti
per ribaltare l'esito che per metà dello spoglio ha visto il no in vantaggio, i consensi all'intesa ottenuti nei seggi degli impiegati e del terzo turno, dove i voti a favore sono stati rispettivamente 421 e i no 20, e 262 contro 111. L'accordo invece è stato bocciato nei seggi 6, 7, 8 e 9 dove hanno votato gli addetti al montaggio, e dove la Fiom è tradizionalmente forte: i voti contrari sono stati complessivamente 1576 (il 53,2%) contro i 1386 voti favorevoli (il 46,8%).

Via libera al piano di rilancio di Marchionne che prevede un miliardo di investimenti e nuove regole su orari, flessibilità e rappresentanz, anche dalla verniciatura dove nei due seggi interessati i sì sono stati rispettivamente 140 e 113, i no 93 e 102. Nel reparto lastratura, dove si è fatta sentire la componente Cobas, invece, in un seggio ha vinto il sì con 212 voti a favore e 205 voti contrari, nell'altro i no sono stati 218, i sì 202. Senza gli impiegati dove il sì è prevalso per 401 voti, tra gli operai il giudizio favorevole all'intesa ha superato il no di 9 schede.
A ritardare le operazioni di spoglio, cominciate poco dopo le 21, il giallo che ha interessato il secondo seggio scrutinato, il numero otto dove avevano votato 768 addetti al montaggio. Dai primi conteggi sembravano mancare all'appello una cinquantina di schede, l'esito pertanto è stato congelato per un paio d'ore, fino a quando la commissione elettorale non ha verificato una ad una le firme e i voti validi, considerando poi il voto regolare.

Quando mancava un seggio alla fine dello scrutinio, poi, l'esultanza di un esponente del fronte del sì per il quorum raggiunto ha scatenato un parapiglia tra i componenti della commissione elettorale e un rappresentante della Fiom si è sentito male. Le operazioni di spoglio sono state quindi sospese fino a quando non è arrivata l'ambulanza per i soccorsi.
Il referendum ha fatto registrare un'affluenza record: nei tre turni (il terzo ha votato nella notte di giovedì, il primo e il secondo nella giornata di venerdì) alle urne si sono recati complessivamente oltre 5119 lavoratori su 5431 aventi diritto, pari al 94,2%. Intanto, secondo alcune fonti sindacali, mentre era in corso lo scrutinio, davanti ai cancelli della porta due alcune bandiere delle sigle firmatarie dell'intesa sarebbero state date alle fiamme da persone non identificate.

LE REAZIONI - ''L'esito del referendum apre un'evoluzione nelle relazioni industriali soprattutto nelle grandi fabbriche che dovrebbe consentire un migliore uso degli impianti e una effettiva crescita dei salari'' commenta ai microfoni del Gr2 il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

"Come per tutti i veri cambiamenti, la decisione è stata sofferta - sottolinea il leader della Uil, Luigi Angeletti - Alla fine hanno vinto le ragioni del lavoro. Il sì all'accordo ci fa vedere, con più ottimismo, il futuro di Mirafiori e dell'industria automobilistica nel nostro Paese".
Mentre Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom, tiene a rimarcare che "la maggioranza degli operai ha detto no. E' un atto di coraggio eccezionale e una colossale sconfitta politica e morale per Marchionne e i suoi sostenitori. E' chiaro a tutti, ora, che c'è la forza per andare avanti e rovesciare l'accordo della vergogna".

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